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Gli Esercizi spirituali nell'esperienza di Ignazio di Loyola

Sant'Ignazio di Loyola |  | Wikicommons Pubblico Dominio Sant'Ignazio di Loyola | | Wikicommons Pubblico Dominio

Sulla strada della Spagna del millecinquecento un pellegrino sta passando per ritirarsi in uno dei più famosi santuari mariani della Spagna: Monserrat. Qui il 25 marzo 1522 il viandante dopo un'intesa notte di preghiera deporrà, ai piedi della Vergine Maria, le sue armi di cavaliere e da quel momento servirà solo Dio, ma in altre vesti.

Ignazio di Loyola (1491-1556) aveva lasciato alle sue spalle un passato glorioso, ma cercava altro: voleva l'Assoluto. E questo era Dio. Ricordando questo momento, così delicato, per la sua esistenza, scriverà nella sua autobiografia: “camminando così assorto nelle sue devozioni, si sedette un momento, rivolto verso l’acqua che scorreva in basso, e, stando lì seduto, cominciarono ad aprirglisi gli occhi dell’intelletto. Non già che avesse una visione, ma capì e conobbe molte cose della vita spirituale, della fede e delle lettere, con una tale luce che tutte le cose gli apparivano nuove”.

Ed è appunto nelle grotte di Manresa, che vivendo in penitenza e preghiera, il santo basco comporrà la sua più grande opera :gli Esercizi spirituali. Raccontare questo testo di altissima ascetica, e spiegarne il ricco e complesso percorso è un'impresa affascinante e che esula da tale trattazione.

Però è interessante metterne a fuoco la funzione e la specificità per la grande utilità che questi possono rivestire per la vita di ogni fedele.

In primis è utile osservare che gli Esercizi spirituali ed il testo che li contiene non si leggono ma vengono dati o si vivono, in quanto necessitano di un tempo di approfondimento sui Misteri della vita di Cristo e sulla relazionalità dinamica che questo ha con l'uomo.

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Questi, secondo Carl Gustav Jung, sono un'evidente dimostrazione di profondità religiosa. Tale osservazione, elaborata da uno dei padri della psicanalisi, dimostra la grandezza del metodo ivi contenuto.

Ignazio, nel testo, ha un solo punto di osservazione: quello di far comprendere all'uomo la grandezza del Cristo e la bellezza affascinante nel seguirlo. Grandezza e Fascino sono i binari su cui si svolge il percorso spirituale.“L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio Nostro Signore e mediante questo salvare la propria anima” (Es.Sp). Con tale breve inciso si apre il percorso ignaziano suddiviso nell'arco di quattro settimane (anche se possono svolgersi anche in tempi più brevi) che porta l'uomo alla scelta.

Il santo ha nella sua vitale esperienza religiosa l'immagine chiara di un Dio creatore e datore di ogni bene che santifica il mondo e la creazione mediante l'azione redentiva del Cristo. Non ci sono piani differenziali, ma un'unica realtà che merita di essere santificata tramite l'atto oblativo di Cristo. Il mondo e la creazione sono il luogo di tale azione metaterrena.

Sul punto San Paolo osserva che la creazion, soffre e geme le doglie di un parto, questo per indicare il percorso evoluzionistico presente nelle pieghe del quotidiano. Questo è il luogo dove campeggia una lotta fra il Tutto che è Dio ed il nulla (la gloria, la ricchezza, il benessere materiale ed egoistico). E tra queste due polarità, l'uomo è tenuto a dare una risposta o meglio a fare la scelta sulla propria esistenza. Questa opzione è la risposta alla fine del percorso degli Esercizi: l'uomo sceglie liberamente con fede affettività ed intelligenza Dio in quanto si sente amato e decide di agire per portare nel mondo la sua Parola.

Tale dato non è sentito intellettivamente ma affettivamente. In questo Sant'Ignazio mostra tutta la propria peculiarità, ponendo l'accento sulla persona umana, in tutte le sue componenti (intelligenza, affetto e psiche). La decisione pertanto sarà libera, assoluta e gioiosa in quanto la creatura ha fatto l'esperienza del Padre e per tale scopo lavora e soffre per il Regno dei cieli, che non è una pratica etica ma un'esigenza profonda di vita.

A questo tendono gli Esercizi ed a questo ha teso, per tutta la sua esistenza, il giovane viandante che sulla strada di Manresa ha trovato Dio.

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