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Il Papa agli Armeni: "Non arrendiamoci agli assalti del male"

Papa Francesco  |  | Martha Calderon CNA Papa Francesco | | Martha Calderon CNA

“Con l’aiuto di Dio vengo tra voi per compiere, come dice il motto del viaggio, una visita al primo paese cristiano. Vengo come pellegrino, in questo Anno Giubilare, per attingere alla sapienza antica del vostro popolo e abbeverarmi alle sorgenti della vostra fede, rocciosa come le vostre famose croci scolpite nella pietra”. Così il Papa ha salutato il popolo armeno in un videomessaggio diffuso in occasione del Viaggio apostolico che avrà inizio venerdì.

“Vengo - afferma Francesco - come vostro fratello, animato dal desiderio di vedere i vostri volti, di pregare insieme a voi e di condividere il dono dell’amicizia”. 

Per il popolo armeno il Papa esprime ammirazione e dolore: “ammirazione, perché avete trovato nella croce di Gesù e nel vostro ingegno la forza di rialzarvi sempre, anche da sofferenze che sono tra le più terribili che l’umanità ricordi; dolore, per le tragedie che i vostri padri hanno vissuto nella loro carne”.

Il dolore però - auspica il Papa - non si impadronisca del cuore: “anche di fronte ai ripetuti assalti del male, non arrendiamoci. Facciamo piuttosto come Noè, che dopo il diluvio non si stancò di guardare verso il cielo e di liberare più volte la colomba, finché una volta essa ritornò a lui, portando una tenera foglia di ulivo: era il segno che la vita poteva riprendere e la speranza doveva risorgere”.

Vengo - conclude il Pontefice - “come servo del Vangelo e messaggero di pace” e voglio “sostenere ogni sforzo sulla via della pace e condividere i nostri passi sul sentiero della riconciliazione, che genera la speranza”.

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Francesco saluta anche il Katholikos Karekin II auspicando un “rinnovato slancio al nostro cammino verso la piena unità”.