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Il Papa: "I giuristi cattolici sono chiamati a tutelare i diritti dei più deboli"

Papa Francesco incontra i Membri dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani in occasione del 70.mo Congresso Nazionale di Studio organizzato dall'UGCI sul tema “Gli ultimi. La tutela giuridica dei soggetti deboli

Papa Francesco |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco | | Vatican Media / ACI Group

"Soprusi, violenze, negligenze, omissioni non fanno altro che aumentare la cultura dello scarto. E chi non ha tutele verrà sempre messo ai margini. A voi, come giuristi cattolici, è chiesto di contribuire a invertire la rotta, favorendo, secondo le vostre competenze, la presa di coscienza e il senso di responsabilità". E' questo quello che chiede Papa Francesco ai Membri dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani in occasione del 70.mo Congresso Nazionale di Studio organizzato dall'UGCI sul tema “Gli ultimi. La tutela giuridica dei soggetti deboli”, che si svolge a Roma, presso l’Istituto Patristico Augustinianum e La Libera Università Maria Santissima Assunta , dal 9 all’11 dicembre 2021.

Francesco li riceve in Vaticano e chiede loro di proteggere le categorie più fragili, perché "anche gli ultimi, gli indifesi, i soggetti deboli hanno diritti che vanno rispettati e non calpestati. E questo è un richiamo intrinseco alla nostra fede. Non è una moralina di passaggio".

"Mai come in questi tempi, i giuristi cattolici sono chiamati ad affermare e tutelare i diritti dei più deboli, all’interno di un sistema economico e sociale che finge di includere le diversità ma che di fatto esclude sistematicamente chi non ha voce. I diritti dei lavoratori, dei migranti, dei malati, dei bambini non nati, delle persone in fin di vita e dei più poveri sono sempre più spesso trascurati o negati. Chi non ha capacità di spendere e di consumare sembra non valere nulla. Ma negare i diritti fondamentali, negare il diritto a una vita dignitosa, a cure fisiche, psicologiche e spirituali, a un salario giusto significa negare la dignità umana", sottolinea il Pontefice.

"Riconoscere in linea di principio e garantire in concreto i diritti, tutelando i più deboli, è ciò che ci rende essere umani. Altrimenti ci lasciamo dominare dalla legge del più forte e diamo campo libero alla sopraffazione - commenta ancora Francesco - Per questo motivo, il riconoscimento dei diritti delle persone più deboli non deriva da una concessione governativa. E i giuristi cattolici non chiedono favori a nome dei poveri, ma proclamano con fermezza quei diritti che derivano dal riconoscimento della dignità umana".

“Lo stiamo vedendo: quanti braccianti sono – scusatemi la parola – “usati” per la raccolta dei frutti o delle verdure … E poi, pagati miserabilmente e cacciati via, senza alcuna protezione sociale”, aggiunge il Papa a braccio.
"Il ruolo del giurista cattolico, in qualsiasi ruolo operi, come consulente, avvocato o giudice, è quindi quello di contribuire alla tutela della dignità umana dei deboli affermando i loro diritti. In questa maniera egli o ella contribuisce all’affermarsi della fraternità umana e a non deturpare l’immagine di Dio impressa in ogni persona", conclude infine il Papa invocando anche la protezione del Beato Rosario Livatino.

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