La parabola dei lavoratori della vigna è il tema centrale dell’Angelus odierno di Papa Francesco che subito ricorda: nessuno deve sentire invidia per la generosità di Dio. Nel brano evangelico non si parla di salario in senso stretto, ma “del Regno di Dio! E il messaggio è questo: nel Regno di Dio non ci sono disoccupati, tutti sono chiamati a fare la loro parte; e per tutti alla fine ci sarà il compenso che viene dalla giustizia divina, cioè la salvezza che Gesù Cristo ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione. Una salvezza che non è meritata, ma donata, per cui gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi”. 

Il Vangelo ci rammenta che l’amore di Dio - prosegue il Papa - “è gratuito e generoso”. Per comprenderlo è necessario “lasciarsi stupire e affascinare dai pensieri e dalle vie di Dio. I pensieri umani sono spesso segnati da egoismi e tornaconti personali, e i nostri angusti e tortuosi sentieri non sono paragonabili alle ampie e rette strade del Signore. Egli usa misericordia - non dimenticare questo! - perdona largamente, è pieno di generosità e di bontà che riversa su ciascuno di noi, apre a tutti i territori sconfinati del suo amore e della sua grazia, che soli possono dare al cuore umano la pienezza della gioia”.

Lo sguardo di Dio - aggiunge il Pontefice - “è uno sguardo pieno di attenzione, di benevolenza; è uno sguardo che chiama, che invita ad alzarsi, a mettersi in cammino, perché vuole la vita per ognuno di noi, vuole una vita piena, impegnata, salvata dal vuoto e dall’inerzia. Dio che non esclude nessuno e vuole che ciascuno raggiunga la sua pienezza, questo è l'amore di Dio Padre”.

Al termine dell’Angelus, il Papa ha ricordato la beatificazione avvenuta ieri di Stanley Francis Rother, “sacerdote missionario, ucciso in odio alla fede per la sua opera di evangelizzazione e promozione umana in favore dei più poveri in Guatemala. Il suo esempio eroico ci aiuti ad essere coraggiosi testimoni del Vangelo, impegnandoci in favore della dignità dell’uomo”.