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Il Papa: "Lodiamo Dio per tutto come San Francesco nel Cantico delle Creature"

La preghiera di lode è il tema scelto dal Papa per questa Udienza Generale

Papa Francesco |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco | | Vatican Media / ACI Group

La preghiera di lode. E' questo il tema scelto da Papa Francesco per l'Udienza Generale odierna. In diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, Francesco parte da una crisi di Gesù, dopo i primi miracoli e il coinvolgimento dei discepoli nell’annuncio del Regno di Dio.

"Ora, proprio in questo momento di delusione, Matteo riferisce un fatto davvero sorprendente: Gesù non eleva al Padre un lamento, ma un inno di giubilo - dice il Papa - In piena crisi, Gesù benedice il Padre, lo loda. Perché?".

"Anzitutto lo loda per quello che è, Padre, Signore del cielo e della terra. Gesù gioisce nel suo spirito perché sa e sente che suo Padre è il Dio dell’universo, e viceversa il Signore di tutto ciò che esiste è Padre, Padre mio. Da questa esperienza di sentirsi figlio dell’Altissimo scaturisce la lode", spiega ancora il Pontefice.

"E poi Gesù loda il Padre perché predilige i piccoli. È quello che Lui stesso sperimenta, predicando nei villaggi: i dotti e i sapienti rimangono sospettosi e chiusi, mentre i piccoli si aprono e accolgono il messaggio - commenta ancora il Papa - anche noi dobbiamo gioire e lodare Dio perché le persone umili e semplici accolgono il Vangelo".

"Gesù, che pure ha tanto raccomandato la preghiera di domanda, proprio nel momento in cui avrebbe avuto motivo di chiedere spiegazioni al Padre, invece si mette a lodarlo", dice Francesco.

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A chi serve la lode? A noi o a Dio? "La preghiera di lode serve a noi - chiarisce il Pontefice - Paradossalmente deve essere praticata non solo quando la vita ci ricolma di felicità, ma soprattutto nei momenti difficili, quando il cammino si inerpica in salita. È anche quello il tempo della lode. Perché impariamo che attraverso quella salita, quel sentiero faticoso, quei passaggi impegnativi si arriva a vedere un panorama nuovo, un orizzonte più aperto. Lodare purifica l'anima".

Poi il Papa ricorda la preghiera più famosa di San Francesco d'Assisi. "C’è un grande insegnamento in quella preghiera che da otto secoli non ha mai smesso di palpitare, che San Francesco compose sul finire della sua vita: il Cantico di frate sole o delle creature”.

"Il Poverello non lo compose in un momento di gioia, di benessere, ma al contrario in mezzo agli stenti. Francesco è ormai quasi cieco, e avverte nel suo animo il peso di una solitudine che mai prima aveva provato: il mondo non è cambiato dall’inizio della sua predicazione, c’è ancora chi si lascia dilaniare da liti, e in più avverte i passi della morte che si fanno più vicini. Potrebbe essere il momento della delusione estrema e della percezione del proprio fallimento. Ma Francesco in quell’istante prega: Laudato si’, mi Signore…. Francesco loda Dio per tutto, per tutti i doni del creato, e anche per la morte, che con coraggio riesce a chiamare sorella”, spiega bene il Papa.