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Il Papa: "Trinità famiglia d'amore". E ai cattolici cinesi: siate segni di riconciliazione

Una bandiera cinese all'Angelus di Papa Francesco |  | Alexey Gotovskiy/CNA Una bandiera cinese all'Angelus di Papa Francesco | | Alexey Gotovskiy/CNA

Nel Vangelo odierno - in occasione della Solennità della Santissima Trinità - Gesù spiega ai discepoli la sua missione. Lo ha detto il Papa stamane nel consueto Angelus domenicale in Piazza San Pietro.

E' lo Spirito - osserva Francesco - che "ci guida a capire le molte cose che Gesù stesso ha ancora da dire. Non si tratta di dottrine nuove o speciali, ma di una piena comprensione di tutto ciò che il Figlio ha udito dal Padre e che ha fatto conoscere ai discepoli. Lo Spirito ci guida nelle nuove situazioni esistenziali con uno sguardo rivolto a Gesù e, al tempo stesso, aperto agli eventi e al futuro. Egli ci aiuta a camminare nella storia saldamente radicati nel Vangelo e anche con dinamica fedeltà alle nostre tradizioni e consuetudini".

Nello stesso tempo - precisa il Pontefice - la Santissima Trinità parla anche "del nostro rapporto con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Mediante il Battesimo, lo Spirito Santo ci ha inseriti nel cuore e nella vita stessa di Dio, che è comunione di amore. Dio è una famiglia di tre Persone che si amano così tanto da formare una cosa sola. Questa famiglia divina non è chiusa in sé stessa, ma è aperta, si comunica nella creazione e nella storia ed è entrata nel mondo degli uomini per chiamare tutti a farne parte".

La Trinità "ci avvolge tutti e ci stimola a vivere nell’amore e nella condivisione fraterna, certi che là dove c’è amore, c’è Dio. Il nostro essere creati ad immagine e somiglianza di Dio- comunione ci chiama a comprendere noi stessi come esseri-in-relazione e a vivere i rapporti interpersonali nella solidarietà e nell’amore vicendevole. Tali relazioni si giocano, anzitutto, nell’ambito delle nostre comunità ecclesiali, perché sia sempre più evidente l’immagine della Chiesa icona della Trinità".

Ma non c'è solo questo ambito, queste relazioni infatti - aggiunge il Papa - "si giocano in ogni altro rapporto sociale, dalla famiglia alle amicizie all’ambiente di lavoro: sono occasioni concrete che ci vengono offerte per costruire relazioni sempre più umanamente ricche, capaci di rispetto reciproco e di amore disinteressato".

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La Santissima Trinità pertanto "ci invita ad impegnarci negli avvenimenti quotidiani per essere lievito di comunione, di consolazione e di misericordia. In questa missione, siamo sostenuti dalla forza che lo Spirito Santo ci dona: essa cura la carne dell’umanità ferita dall’ingiustizia, dalla sopraffazione, dall’odio e dall’avidità".

Dopo aver ricordato - al termine della preghiera mariana - la beatificazione avvenuta ieri a Cosenza del sacerdote Francesco Maria Greco e aver chiesto un applauso per i "tanti bravi preti che ci sono in Italia", il Papa ha parlato del Primo Vertice Umanitario Mondiale, che si aprirà domani in Turchia, "finalizzato a riflettere sulle misure da adottare per venire incontro alle drammatiche situazioni umanitarie causate da conflitti, problematiche ambientali ed estrema povertà". I partecipanti "si impegnino pienamente a realizzare l’obiettivo umanitario principale: salvare la vita di ogni essere umano, nessuno escluso, in particolare gli innocenti e i più indifesi". La Santa Sede è rappresentata dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.

Il pensiero di Francesco è poi andato ai cattolici cinesi che martedì "celebrano la memoria della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani. Chiediamo a Maria di donare ai suoi figli in Cina la capacità di discernere in ogni situazione i segni della presenza amorosa di Dio, che sempre accoglie e perdona. In questo Anno Santo della Misericordia possano i cattolici cinesi, insieme a quanti seguono altre nobili tradizioni religiose, divenire segno concreto di carità e di riconciliazione. In tal modo essi promuoveranno un’autentica cultura dell’incontro e l’armonia dell’intera società. Quell'armonia che ama tanto lo spirito cinese".