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Il presepe? Si può fare anche per Pasqua, l'idea in parrocchia a Tolentino

Un progetto di evangelizzazione che sarà esposto fino al 2 giugno 2024

Alcune immagini del Presepe pasquale |  | FB
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Lunedì 25 marzo, ad inizio della Settimana Santa, nella parrocchia dello ‘Spirito Santo’ di Tolentino, nella diocesi di Macerata, è stato realizzato, idea e progetto del parroco don Vitantonio Zecchino, un ‘presepe pasquale’ (visitabile fino a domenica 2 giugno), che rappresenta Gerusalemme durante i giorni della Passione di Cristo con i luoghi ricostruiti con dovizia di particolari:

“L’opera è un aiuto ed un invito a rivivere il mistero della Morte e Resurrezione di Cristo, cuore della fede cristiana, immergendosi nella Gerusalemme di Gesù dall’Ultima Cena con gli apostoli sino alla Resurrezione”. Al presepe hanno lavorato, per due mesi, alcuni volontari delle parrocchie della città provenienti da entrambe le unità pastorali di Tolentino: “E’ stata un’esperienza magnifica che apre la strada ad un cammino comune di evangelizzazione, soprattutto per i nostri  giovani”.

Perché un ‘presepe’ a Pasqua?

“La tradizione del Presepe Pasquale viene da lontano: oggi è presente in modo particolare nel Nord e nel Sud Italia, al Centro non molto”.

Allora quale è la storia del Presepe Pasquale?

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“La tradizione del presepe pasquale risale a molto tempo fa. Il presepe della passione era diffuso nei secoli XVIII e XIX, prima di essere quasi completamente dimenticato, nell'Europa centrale e occidentale. Solo gradualmente gli scultori del legno iniziarono a dedicarsi di nuovo a questo difficile momento, creando presepi della passione, che sono raffigurati nelle chiese, mostrando le scene di sofferenza di Gesù”.

Come è nata l’idea?

“L’idea è stata quella di ricostruire la Gerusalemme ai tempi di Gesù portando così i visitatori nei luoghi reali teatro della Passione, ma non solo: i medesimi luoghi (soprattutto il Tempio) sono scenari descritti sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, come anche il Cenacolo, testimone di tanti eventi inerenti la vita degli apostoli e della prima comunità cristiana”.

Quali sono state le fonti?

“Per la realizzazione siamo andati a ricercare notizie e indicazioni storico/archeologiche disponibili in rete incrociando le varie fonti. E’ importante sapere che dal punto di vista archeologico la veridicità dei luoghi ritrovati non è la stessa per tutti i siti: il Cenacolo, per esempio,  è sicuramente quello dell’Ultima Cena e della Pentecoste, mentre non c’è certezza assoluta riguardo al litostroto (pretorio), luogo della flagellazione e della condanna di Gesù che potrebbe essere avvenuta presso la fortezza Antonia (sede della coorte romana), il palazzo di Erode (che di solito ospitava il governatore romano) o il palazzo degli Asmonei (dinastia discendente dai Maccabei). A prescindere da questo, gli edifici ed i luoghi rappresentati nel presepe sono realizzati seguendo in modo minuzioso le ricostruzioni archeologiche ad oggi disponibili, come per il Golgota che all’epoca era una collinetta appena fuori le mura di Gerusalemme, una cava in disuso utilizzata come discarica (l’unica struttura non realizzata per motivi di tempo è la casa di Caifa)”.

Quale importanza riveste nel cristianesimo un presepe pasquale?

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“Nel Cristianesimo la funzione del presepe pasquale può essere quella di ‘raccordo’ tra le Scritture ed i luoghi teatro degli avvenimenti descritti, ovviamente se realizzato rispettando le fonti disponibili. Molto spesso ascoltando la Parola di Dio, letta nella Bibbia, le persone fanno molta fatica a ‘calarsi’ fisicamente e storicamente nei luoghi descritti, aspetto questo fondamentale per comprendere che la storia della Salvezza è una storia concreta fatta di luoghi e persone concrete, realmente esistiti, perché Dio opera nella storia concreta delle persone, i fatti della storia di ciascuno di noi sono Parola di Dio per noi. Leggere, per esempio, della presentazione di Gesù al Tempio conoscendo il Tempio, com’era costruito, quali erano gli spazi e come erano utilizzati, aiuta sicuramente a non vivere quell’evento come un racconto, ma bensì come un fatto storico, reale, come l’Ultima Cena o la Pentecoste. Conoscere e vivere i luoghi reali della vita di Gesù aiuta sicuramente ad entrare molto più in profondità nelle Scritture e nel Mistero della Morte e della Resurrezione di Cristo”.

Questa realizzazione può essere un mezzo per evangelizzare?

“Il presepe pasquale può certamente essere un mezzo di evangelizzazione, anche e soprattutto per i bambini, che restano ammaliati davanti al presepe (è bellissimo ammirare il loro sguardo sbalordito), quasi increduli. E’ un grande aiuto anche per l’evangelizzazione dei giovani, che forse più di altri fanno tanta fatica a ‘calarsi’ nella Parola di Dio, la sentono distante da loro, come se ascoltassero un racconto tra le tante storie di fantasia che guardano nei film o leggono nei libri.

E’ invece fondamentale che possano toccare con mano i fatti della storia della Salvezza, conoscere Gesù per quello che è, il Figlio di Dio fatto uomo, un uomo concreto come noi, come loro, che ha dato la Sua vita per amore nostro in totale obbedienza al Padre, versando il Suo sangue perché noi fossimo liberati dal peso del peccato, perché potessimo essere davvero felici nella nostra vita”.