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Il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano condanna Caloia e Liuzzo in primo grado

Dopo 23 udienze iniziate il 9 maggio 2018

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Il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha condannato Angelo Caloia e Gabriele Liuzzo a 8 anni e 11 mesi di reclusione per i reati di riciclaggio e appropriazione indebita aggravata, e a pagare una multa di 12.500 euro; Lamberto Liuzzo è stato condannato a 5 anni e due mesi e al pagamento di una multa di 8mila euro; i tre imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Il Tribunale ha disposto anche la confisca delle somme già sequestrate sui conti correnti degli imputati, e ha disposto il risarcimento allo Ior e allo Sgir di circa 23 milioni.

Nel comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede si legge: “Con sentenza in data odierna, il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha definito il processo instaurato a carico dell’ex presidente dello IOR Prof. Angelo Caloia e dell'Avv. Gabriele Liuzzo in relazione alla vendita di 29 immobili di proprietà dell'Istituto e di una società controllata,

la SGIR s.r.l. Secondo l'accusa, basata principalmente sulle indagini fatte nel 2014 dal gruppo Promontory, il Caloia e il Liuzzo, d’intesa con l’allora direttore generale dello IOR Lelio Scaletti, poi deceduto, avrebbero venduto - tra il 2002 e il 2007 - gli immobili ad un prezzo di gran lunga inferiore al valore di mercato; essi si sarebbero poi appropriati della differenza, stimata in circa 59 milioni di euro, che in parte avrebbero riciclato in Svizzera, anche con l'aiuto del figlio del Liuzzo, Lamberto Liuzzo.

L'istruttoria dibattimentale, durata circa due anni, ha consentito di chiarire, grazie al contributo di tutte le parti, nel pieno rispetto del contraddittorio, i principali aspetti della vicenda; tra l’altro, i periti hanno stimato nella misura di circa 34 milioni di euro la differenza tra quanto incassato dallo IOR e dalla SGIR ed il valore di mercato degli immobili.

All’esito, il Tribunale ha ritenuto provato che in alcuni casi gli imputati si sono effettivamente appropriati di parte del denaro pagato dai compratori, o comunque di denaro dello IOR e della SGIR, per un importo complessivo di circa 19 milioni di euro. 

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Ha quindi dichiarato gli imputati Caloia e Liuzzo Gabriele responsabili di più fatti di peculato in danno dello I.O.R. e di altri di appropriazione indebita aggravata in danno della SGIR s.r.l., oltre che del reato di autoriciclaggio e li ha condannati alla pena complessiva di anni otto e mesi undici di reclusione ed euro 12.500,00 di multa ciascuno.

Gli imputati sono stati invece assolti dalle accuse relative alla vendita di quegli immobili per cui non è stata provata l'appropriazione -da parte loro- di denaro, anche se il prezzo di acquisto è risultato in molti casi nettamente inferiore al valore di mercato dell'epoca.

Il Tribunale ha altresì condannato Liuzzo Lamberto alla pena di anni cinque e mesi due di reclusione ed euro 8.000,00 di multa per il reato di riciclaggio.

In ragione delle pene loro comminate, gli imputati sono stati tutti dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici ed è stata altresì disposta a loro carico la confisca di somme complessivamente pari a circa 38 milioni di euro.

Infine, gli imputati sono stati condannati al risarcimento dei danni nei confronti dello IOR e della sua controllata SGIR, costituiti parte civile, per una somma superiore a 20 milioni di euro.

Nella stessa giornata, il Tribunale ha confermato in sede di appello l'applicazione della misura di prevenzione nei confronti di Liuzzo Gabriele, ordinando la confisca di circa 14 milioni di euro depositati presso lo IOR e già da tempo in sequestro, nonché di altri 11 milioni di euro circa, depositati presso banche svizzere". 

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I 29 immobili, elencati durante la sentenza, si trovano principalmente a Roma (via Bruno Buozzi, via Boezio, via Emanuele Filiberto, via Portuense, via della Pineta Sacchetti, viale Regina Margherita, via Aurelia, via Casetta Mattei, via Traspontina, via del Porto fluviale, ecc), nella provincia di Roma (Frascati e Fara Sabina), ma anche a Milano (Porta nuova), Genova (piazza della Vittoria). La somma di approssimativamente 23 milioni che gli imputati devono restituire a Ior e Sgir, in attesa che il danno reale sia quantificato in sede di distinto processo civile, sono stati calcolati a titolo di danno economico, danno morale e danno reputazionale allo Ior e allo Sgir.

L’udienza si è aperta alle 14.11 ed è stata aggiornata alle 14.16 per la camera di consiglio.

E’ intervenuto in apertura il Promotore di giustizia, il professore Gian Piero Milano, che, dopo un periodo di assenza (non ne ha specificato il motivo) ha affermato: “La mia assenza può aver determinato qualche rallentamento, spero di no”; ed ha espresso “vivo apprezzamento perché mi risulta che il giudizio sia stato molto approfondito e sia stato condotto con grande scrupolo da parte di tutti” tanto da essere, pur essendosi svolto nel “microsistema” e nel “minimo Stato” del Vaticano, un “processo destinato a restare nella storia”.

E’ poi intervenuto il presidente del tribunale, Giuseppe Pignatone, che oltre ad esprimere “grande gioia nel rivedere il professor Milano”, ha voluto fate un “ringraziamento non formale a tutte le parti, sia pubbliche sia private, per il contributo dato a questo processo, un contributo sia nella ricostruzione di fatti complicati sia un contributo di diritto per questioni di notevole complessità”.

Il presidente Pignatone ha aggiornato l’udienza, preannunciando che sarebbe prevedibilmente ripresa attorno alle 15.30. Il processo ha ripreso alle 16.02 per la lettura della sentenza e si è concluso 16.15.

Ovviamente si tratta di una sentenza di primo grado. E gli avvocati di Angelo Caloia hanno comunicato che: " La decisione, che pure cade in un clima complessivamente poco favorevole a chi si difende, non accoglie l'ipotesi massimalista dell'accusa e pronuncia assoluzione con riferimento alla maggior parte degli immobili. I difensori del professor Angelo Caloia - prof. Domenico Pulitanò e avv. Rosa Palavera - hanno già presentato la dichiarazione di appello. Il dispositivo della sentenza è molto articolato e resterà poco decifrabile fino al deposito delle motivazioni".

Ecco i testi integrali delle sentenze di Angelo Caloia, Gabriele Liuzzo e di Lamberto Liuzzo e di Gabriele Liuzzo.

Si è trattato della 23esima e ultima udienza di un processo di primo grado iniziato il 9 maggio 2018.

Altre udienza pubbliche si sono aggiunte nei mesi successivi. 

Il 26 febbraio 2018 era stato diffuso il primo comunicato sull’inizio del procedimento. 

Le prime condanne per il reato di autoriciclaggio erano arrivate il 17 dicembre del 2018. Con la normativa entrata in vigore il 1 agosto 2018

In questo caso si tratta della prima condanna dopo l'adeguamento delle norme del dicembre 2018.

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