Per capire meglio la storia artistica e di fede della Basilica mariana forse più antica del mondo, recentemente è stato pubblicato un volume che racconta il passato e il presente di questo prezioso scrigno d'arte.
Perché se è vero che Santa Maria Maggiore non ha le dimensioni di San Pietro, è anche vero che è ricca di storia, reliquie e capolavori.
A cominciare dai mosaici relativi alla prima basilica paleocristiana. L'abside, lparco trionfale e la navata centrale sono arricchiti da mosaici sfarzosi. Nella navata centrale illustrano le storie della Bibbia e nell'abside l'orosottolinea la maestà della incoronazione di Maria da parte del Cristo, e l'arco trionfale, del V secolo come la navata, mostra anche i Re Magi. Ricchissima anche la fase medioevale con i mosaici della facciata che oggi è coperta dalla loggia settecentesca.
I mosaici del XIII secolo raccontano la nevicata miracolosa, ma nel periodo barocco la facciata fu "nascosta" dalla nuova veste firmata da Ferdinando Fuga nel 1750.
Se torniamo all'interno possiamo ammirare le diverse cappelle laterali a cominciare da quella del Presepio, la cappella Sistina firmata da Domenico Fontana per Papa Sisto V.
Il Tabernacolo di Ludovico del Duca in bronzo dorato è un elemento teologico chiave dell’intera Cappella Sistina. Con i suoi portici e le sue colonne avvolte da viti, rimanda al Tempio di Salomone ed esprime innanzitutto il significato letterale del nome della città in cui nacque Gesù: “Betlemme”, la casa del pane. Ai lati si trovano i monumenti funebri del committente Sisto V e di San Pio V.
C'è poi la Cappella Sforza è il mausoleo dei cardinali Guido Ascanio Sforza di Santa Fiora ed Alessandro Sforza. I fratelli riuscirono nel 1562 a coinvolgere nel progetto l’ottantasettenne Michelangelo. La Cappella Cesi, dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, fu commissionata verso il 1550 dal cardinale Federico Cesi. Fu Girolamo da Sermoneta a dipingere la pala d’altare raffigurante il Martirio di Santa Caterina. Infine la Cappella Paolina è il cuore del complesso programma edilizio di Santa Maria Maggiore, attuato da Paolo V.
L’intera cappella è decorata fino alla zona della cupola con preziosi marmi colorati, la cui ricercatezza aumenta con l’appropinquarsi al tabernacolo-reliquiario per la Salus Populi Romani. Quest’ultimo, disegnato da Girolamo Rainaldi e realizzato da Pompeo Targone, è composto da quattro colonne di diaspro di Barga. Il suo rivestimento uniforme di lapislazzuli ricorda un cielo nuvoloso ed evoca una porta celeste.
Nella cupola dipinta da Lodovico Cigoli, la Madre di Dio è accolta nella gloria celeste. Maria poggia su una riproduzione naturalistica della luna rispondente alle osservazioni astronomiche di Galileo Galilei divulgate nel 1610 tramite l’opera Sidereus Nuncius.
Su commissione di Papa Pio IX (1846–78), l’architetto romano Virginio Vespignani realizzò la Confessio (1861–64) collocata davanti all’Altare Papale. Vespignani utilizzò circa settanta tipi diversi di marmo, estratti per la maggior parte dai coevi scavi svolti a Roma e Ostia.
La Confessio rinvia all’importanza di Santa Maria Maggiore quale Betlemme dell’Occidente e Basilica natalizia di Roma. A partire dal pontificato di Teodoro (642–649), oriundo di Gerusalemme, essa fu anche denominata Sancta Maria “ad Praesepem”. Il titolo si riferisce alle cinque asticelle in legno di sicomoro (ficus sycomorus), parte della mangiatoia in cui è stato adagiato il bambinello Gesù. Datate da studi recenti scientificamente al periodo della sua nascita, sono conservati in un reliquiario in cristallo di rocca, progettato da Giuseppe Valadier (1802) in forma di culla.
Certo le meraviglie di questa splendida basilica non si possono ripercorre in breve tempo. Possiamo aggiungere solo che a Santa Maria Maggiore è sepolto anche Gian Lorenzo Bernini nella navata laterale destra. Una semplice epigrafe latina esprime la speranza di risurrezione di Pietro e Gian Lorenzo, che avevano la propria bottega dietro la Cappella Paolina.
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Se poi si scende sotto il pavimento, un cosmatesco originale, si arriva all'area archeologica, visitabile grazie alle recenti ristrutturazioni dell'area museale. Gli scavi vennero eseguiti negli anni '60- '70 del secolo scorso è hanno portato alla luce il complesso della prima basilica.
Ma oltre alla basilica ci sono anche costruzioni che riportano al primo secolo avanti Cristo, a riprova della antichità del Colle Esquilino come parte della antica Roma.
Per finire una occhiata al campanile e alla Campana, la Sperduta. La campana, donazione del senatore romano Pandolfo Savelli “AD HONOREM DEI ET BEATE MARIE VIRGINIS”, dall’antico campanile fu inserita nella cella campanaria della nuova torre, costruita nel 1376 – tuttora il punto più elevato del centro di Roma. Dalla cima dell'Esquilino diffuse il suo suono per tutta la città fino al 1884, quando a causa di una rottura, fu smontata e in seguito custodita nella collezione vaticana per volere di Leone XIII (1878–1903). Ancora oggi alle ore 21 si possono sentire i rintocchi della campana a ricordo della vicenda della pellegrina che si era smarrita nella notte e che, proprio grazie ai rintocchi, ritrovò la strada per entrare in città.