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La discussione al Sinodo 2018: l'Eucarestia, così sottovalutata

Arcivescovo Kondrusiewicz e Papa Francesco | L'arcivescovo Kondrusiewicz accompagna Papa Francesco al Sinodo dei vescovi, Città del Vaticano, 11 ottobre 2018 | AG / ACI Group Arcivescovo Kondrusiewicz e Papa Francesco | L'arcivescovo Kondrusiewicz accompagna Papa Francesco al Sinodo dei vescovi, Città del Vaticano, 11 ottobre 2018 | AG / ACI Group

Dare più risalto all’esperienza dell’Eucarestia: è stata questa la richiesta dell’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz di Minsk, in un intervento durante la discussione generale sulla seconda parte dell’Instrumentum Laboris del Sinodo sui giovani.

Il tema dell’Eucarestia è stato toccato solo due volte nell’ambito del documento, mentre i sacramenti sono citati solo 8 volte. Una mancanza che in molti, tra i padri sinodali, hanno avvertito.

Ma è stato l’arcivescovo Kondrusiewicz a metterla in luce, partendo dal fatto che “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” – un tema che era presente sia nell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco e ancora prima nella Deus Caritas Est di Benedetto XVI.

Certo, l’instrumentum laboris è considerato un documento “di grande valore pastorale”, ma che forse non presenta abbastanza l’insegnamento della Chiesa, dato che i Sacramenti sono menzionati otto volte e l’Eucarestia solo due.

Eppure, l’importanza dell’Eucarestia è fondamentale. L’arcivescovo Kondusiewicz ha notato che i giovani bielorussi considerano la partecipazione all’Eucarestia è fondamentale, tanto che alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid del 2011, la domanda dei giovani era soprattutto perché non fosse stata organizzata la Messa di domenica nella diocesi dove erano, e ritenevano insufficiente il fatto che la Messa fosse stata organizzata alla vigilia.

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C’è un altro esempio: i giovani di Bielorussia hanno partecipato ovviamente al viaggio di papa Francesco nei Paesi Baltici, e ci sono stati 2 mila fedeli bielorussi, la metà dei quali giovani, a prendere parte alla Messa a Kaunas, mentre solo 500 erano all’incontro con i giovani di Vilnius.

Hanno scelto Kaunas, ha spiegato l’arcivescovo Kondrusiewicz, perché lì c’era la Messa.

Non sono sufficienti gli sforzi orizzontali, sono più necessari quelli verticali”, ha chiosato l’arcivescovo di Minsk, perché la Chiesa “deve essere non solo un luogo confortevole per tutti, ma soprattutto luogo di forte formazione spirituale”.

Una formazione di cui si aveva sete anche, e soprattutto, nei tempi del regime sovietico. L’arcivescovo Kondrusiewicz ne ha parlato in un altro intervento al Sinodo, raccontando che alcuni giovani studenti alla fine del periodo comunista, nel 1991 entrarono in una sacrestia e presentarono questa sete di conoscere l’unica Parola che non era cambiata nel corso dei secoli. “Insegnateci il Vangelo”, fu la loro richiesta.

L’arcivescovo Kondrusiewicz è partito dalla necessità di ascoltare i giovani per “migliorare la nostra pastorale giovanile”, perché “come il medico prima di prescrivere il farmaco esamina lo stato di salute del malato”, così i vescovi sono chiamati a comprendere quali sono le esigenze dei giovani.

Nell’intervento si è fatto anche riferimento all’intervento sullo sport dei vescovi polacchi, e sottolineato che lo sport è un forte elemento di aggregazione per i giovani, tanto che si identificano nei loro idoli, e il comito dei vescovi “in questo bosco delle sfide contemporanee è mostrare loro il vero Dio”.

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L’arcivescovo Kondrusiewicz, che è stato anche il primo vescovo della Gran Madre di Dio a Mosca quando è stata ricostituita la gerarchia cattolica dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ha poi raccontato l’aneddoto degli studenti della facoltà di Storia dell’Università.

Questi studenti erano “confusi”, perché “ogni capo del partito comunista presentava un programma di sviluppo promettendo il cielo sulla terra, ma questo non era mai successo”, e invece i giovani avevano sentito di “un libro in cui nessuna parola è stata cambiata durante i secoli”.

Quel libro era il Vangelo, e loro avevano chiesto di insegnarlo. Era il grido dei giovani che “nell’ateismo militante cercava la verità”. Ed è per questo che ascoltato il grido della gioventù di oggi per insegnare il Vangelo, ha concluso l’arcivescovo Kondrusiewicz.

L'arcivescovo è anche intervenuto sul tema della liturgia. Ha sottolineato l'importanza di una buona liturgia, e affermato che sarebbe necessario un documento sulla corretta applicazione delle norme liturgiche da parte della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, perché i giovani amano la buona liturgia ed è dovere dei pastori fare in modo che la possano vivere.