La Pontificia Commissione Ecclesia Dei - soppressa oggi da Papa Francesco - nasce il 2 luglio 1988 con il Motu Proprio omonimo firmato da Papa Giovanni Paolo II. 

L’istituto aveva “il compito di collaborare con i Vescovi, con i Dicasteri della Curia Romana e con gli ambienti interessati, allo scopo di facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da Monsignor Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le loro tradizioni spirituali e liturgiche”.

Nel testo Papa Giovanni Paolo II spiegava che lo scisma di Monsignor Marcel Lefebvre - che il 30 giugno 1988 aveva ordinato 4 vescovi senza mandato pontificio, atto che aveva fatto scattare la scomunica latae sententiae per lui e per i 4 presbiteri ordinati - nasceva da “una incompleta e contraddittoria nozione di Traditione. Incompleta, perché non tiene sufficientemente conto del carattere vivo della Tradizione. Ma è soprattutto contraddittoria una nozione di Tradizione che si oppone al Magistero universale della Chiesa, di cui è detentore il Vescovo di Roma e il Corpo dei Vescovi. Non si può rimanere fedeli alla Tradizione rompendo il legame ecclesiale con colui al quale Cristo stesso, nella persona dell’apostolo Pietro, ha affidato il ministero dell’unità nella sua Chiesa”.

Nel 2009 - il 2 luglio - con il Motu Proprio Ecclesiae unitatem Papa Benedetto XVI decise di collegare la Pontificia Commissione Ecclesia Dei direttamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il presidente, infatti, è stato - fino ad oggi - il Prefetto della Congregazione stessa, attualmente il Cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer. Segretario è l’Arcivescovo Guido Pozzo.