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La preoccupazione di Papa Francesco per la popolazione del Libano

L'udienza al Primo Ministro ad interim del Libano Najib Mikati

Il Papa e il Primo Ministro libanese  |  | Vatican Media Il Papa e il Primo Ministro libanese | | Vatican Media

Pochi minuto di conversazione con Papa Francesco questa mattina per il Primo Ministro ad interim del Libano, Najib Mikati.  Poi l'incontro con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato e l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.

Il ministro è arrivato alle 9.50 dal Papa e ha portato in dono Un’acquasantiera in pietra con un’immagine della Madonna dei Dolori.

"Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato- si legge in una nota ufficiale della Santa Sede-  è stata ribadita la preoccupazione della Santa Sede per la difficile situazione socio-economica che la popolazione libanese sta vivendo, aggravata dallo stallo istituzionale in cui versa il Paese, che attende con urgenza l’elezione di un nuovo Presidente della Repubblica.

Nel sottolineare l’importanza dell’irrinunciabile presenza dei cristiani in Libano e in tutto il Medio Oriente, si è, altresì, ribadita la necessità che la convivenza pacifica tra i libanesi di diverse fedi venga rafforzata al fine di garantire pace e stabilità anche all’intera regione".

Il Papa ha donato al Ministro un’opera in bronzo dal titolo “Amore sociale”, raffigurante un bimbo che aiuta un altro a rialzarsi, con la scritta “Amare Aiutare” e alcuni documenti pontifici.

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Najib Mikati, imprenditore e politico, è un personaggio molto discusso.

Il 6 novembre dello scorso anno Papa Francesco di rientro dal Barhein rispondendo ad un giornalista ha detto: "Il Libano è un dolore per me, perché il Libano non è solo un Paese in sé stesso – lo ha detto un Papa prima di me – il Libano non è solo un Paese, è un messaggio. Il Libano ha un significato molto grande per tutti noi. E il Libano in questo momento soffre. Io prego. E ne approfitto per fare un appello ai politici libanesi: lasciate da parte gli interessi personali, guardate il Paese e mettetevi d’accordo. Prima Dio e la patria, poi gli interessi. Ma prima Dio e la patria. In questo momento non voglio dire: “Salvate il Libano”, perché noi non siamo salvatori, ma per favore sostenete il Libano, aiutatelo, affinché il Libano si fermi in questa strada che va giù, che il Libano riprenda la sua grandezza. Ci sono dei mezzi… C’è la generosità del Libano: quanti rifugiati politici ha il Libano! È così generoso, e sta soffrendo. Ne approfitto per chiedervi una preghiera per il Libano. Anche la preghiera è un’amicizia. Voi siete giornalisti, guardate il Libano e parlate di questo per far crescere la coscienza".

Dopo la visita in Vaticano il Primo Ministro libanese Najib Mikati ha avuto colloqui con il Gran Cancelliere del Sovrano Ordine di Malta, Riccardo Paternò di Montecupo. Dopo l’incontro, il Primo Ministro è stato ricevuto dal Luogotenente di Gran Maestro, Fra’ John Dunlap.

 Nei colloqui sono stati ribaditi gli ottimi rapporti sugellati da 70 anni di relazioni diplomatiche: l’Ambasciata del Sovrano Ordine di Malta a Beirut venne infatti aperta nel 1953 mentre l’Associazione ha avviato i suoi programmi di assistenza medica e sociale nel 1981.  Affrontata anche la questione dei corridoi umanitari verso la Siria, che sono ancora più indispensabili dopo il terremoto del febbraio scorso.

Dal 2019 il Libano sta vivendo di nuovo una catastrofe umanitaria aggravata ulteriormente dalla crisi pandemica e dall’esplosione nel porto di Beirut nell’agosto del 2020. L’Ordine di Malta in Libano è in prima linea nel fornire assistenza medica e sociale alle persone più vulnerabili attraverso gli 11 centri medico-sociali e i progetti presenti su tutto il territorio. Attive sette unità cliniche mobili che raggiungono le zone più remote del Paese. Tra i diversi progetti anche uno agro-umanitario per sostenere i contadini e l’economia locale.

 

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