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l’Arcivescovo Stanisław Gądecki, che l’eredità di Giovanni Paolo II non venga distrutta

Il presidente dei vescovi polacchi risponde alle accuse denigratorie emerse dai registri della polizia comunista in Polonia

L’Arcivescovo Stanisław Gądecki celebra sulla tomba di san Giovanni Paolo II  |  | episkopat.pl L’Arcivescovo Stanisław Gądecki celebra sulla tomba di san Giovanni Paolo II | | episkopat.pl

Mi appello a tutte le persone di buona volontà affinché non venga distrutto il bene comune, e di ciò indubbiamente è parte l’eredità di Giovanni Paolo II. I Polacchi dovrebbero ricordare quale benedizione la Provvidenza ci ha donato attraverso questo Papa – ha scritto l’Arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca (KEP) nella dichiarazione a seguito di pubblicazioni riguardanti il Card. Karol Wojtyła, Metropolita di Cracovia.

Il Presidente dalla KEP ha sottolineato che S. Giovanni Paolo II è uno dei Papi più eminenti e dei più grandi Polacchi. “Il Papa Polacco è stato e rimane un punto di riferimento morale, un maestro della fede e anche un intercessore in cielo” per milioni di Polacchi – ha sottolineato. “In quest'ottica, sono scioccanti i tentativi di screditare la sua persona e la sua opera, intentati con il pretesto di preoccuparsi della verità e del bene” – ha aggiunto.

Il Presidente dell’Episcopato ha sottolineato che “gli autori di queste voci denigratorie hanno fatto valutazioni su Karol Wojtyła in modo tendenzioso, spesso astorico, senza conoscere il contesto, accettando acriticamente come fonti affidabili i documenti creati dai Servizi di Sicurezza”. Ha aggiunto che “nel fare ciò, non hanno preso in considerazione i rapporti e gli studi esistenti che rivelano in modo affidabile le sue parole e le sue azioni”.

La dichiarazione avviene in risposta ad alcune accuse in un documentario trasmesso il 6 marzo sul canale televisivo polacco TVN24 che citava casi in cui Giovanni Paolo II, allora arcivescovo Karol Wojtyla, avrebbe trasferito dei sacerdoti  in nuove parrocchie nonostante fosse a conoscenza del fatto che erano stati accusati di abusi sessuali su minori.

Mons. Gądecki ha sottolineato che a partire dalla decisione di Giovanni Paolo II, “la Chiesa ha fatto uno sforzo decisivo per creare strutture e sviluppare procedure trasparenti per garantire la sicurezza dei minori, per punire debitamente i colpevoli di reati sessuali e, soprattutto, per assistere coloro che sono stati feriti”.

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Ha aggiunto che la difesa della santità e della grandezza di Giovanni Paolo II non significa affermare che non abbia potuto fare degli errori. “Essere Pastore della Chiesa nel periodo della divisione dell’Europa tra Ovest e blocco sovietico ha significato la necessità di confrontarsi con sfide difficili. Bisogna anche essere coscienti che in questo periodo erano in vigore, non solo in Polonia, leggi diverse da quelle di oggi, diversa era la consapevolezza sociale e le modalità abituali di risolvere i problemi” – ha richiamato.

“Mi appello pertanto a tutte le persone di buona volontà, affinché non venga distrutto il bene comune, e di ciò indubbiamente è parte l’eredità di Giovanni Paolo II. I Polacchi dovrebbero ricordare quale benedizione la Provvidenza ci ha donato attraverso questo Papa” – ha affermato il Presidente.

La Conferenza episcopale polacca afferma che sono necessarie "ulteriori ricerche d'archivio" per valutare in modo equo una accusa, basata sui registri della polizia segreta comunista, secondo cui San Giovanni Paolo II avrebbe coperto gli abusi sessuali su minori da parte di un sacerdote mentre prestava servizio come arcivescovo di Cracovia, Polonia, prima di diventare papa.