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L’esperienza sinodale della Chiesa in Marocco come una trama di tappeto

Il cardinale Cristobal Lòpez Romero, i sacerdoti, le suore, i missionari e i laici invitano ad una pellegrinaggio

Il cardinale Cristóbal López Romero |  | Padre Renato Zilio
Il cardinale Cristóbal López Romero | | Padre Renato Zilio
Suore e missionari in Marocco  |  | Padre Renato Zilio
Suore e missionari in Marocco | | Padre Renato Zilio

Nelle settimane scorse è stato presentato il ‘Documento per la Tappa Continentale’ del Sinodo sulla Sinodalità, che ha per tema: ‘Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione’, frutto delle sintesi risultanti dalla consultazione del Popolo di Dio nella prima fase del processo sinodale.

Tutte le diocesi ora sono impegnate nella tappa continentale che culminerà con la celebrazione di Assemblee Sinodali Continentali, tra gennaio e marzo 2023, convocate per rileggere il cammino compiuto, per continuare l’ascolto, il discernimento, come ha spiegato l’arcivescovo della diocesi di Rabat, card. Cristobal Lòpez Romero, alla comunità cattolica del Marocco: “Lo spirito del Sinodo ci mette tutti in cammino. La coscienza sempre più viva di far parte di un unico mondo, in particolare nella regione Mediterranea, ancora di più. Siamo ormai vicini di casa, sull’altra sponda.

Per questo la Chiesa del Marocco vi invita! Venite in pellegrinaggio da noi! Da soli, in famiglia o in gruppo, lasciatevi condurre dallo Spirito e dal suo carisma: l’incontro con l’altro. Differente da noi per storia, cultura, religione”.

Questo è il cammino della Chiesa in Marocco: “E’ il nostro cammino: la nostra sfida più grande e più bella. Il monastero  a Midelt dei monaci di Tibhirine e la loro testimonianza unica al mondo di preghiera, di fraternità e di martirio in terra d’Islam vi attendono!

Il nostro Centro Pastorale diocesano ‘Notre Dame de la Paix’, una vera oasi nel cuore di Rabat, e le tre suore del Mali più che volentieri vi accolgono. Le varie comunità cristiane (per davvero cattoliche, perché di quasi cento nazionalità differenti) vi offriranno la loro testimonianza di servizio fraterno e di universalità”.

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Ed ha illustrato alcune peculiarità della Chiesa locale, iniziando dall’Istituto Teologico ecumenico ed interreligioso: “Almowafaqa, l’Istituto Teologico ecumenico e interreligioso di Rabat, con un corpo docente universitario misto, cioè cattolico, protestante e musulmano (una vera perla, una originalità di qui), ha sempre per voi le porte aperte per una visita.

Città antiche e splendide come Fes, Marrakech, Essaouira, El Jadida… e suggestivi villaggi tradizionali, che si mettono in preghiera cinque volte al giorno, vi accoglieranno con entusiasmo: l’ospite qui é sacro. Il deserto del Sahara vi incanterà per il silenzio, la solitudine, l’assoluto di Dio: vi darà la pace. E vi metterà sui passi di Charles de Foucauld: l’abbandono fiducioso all’Altro e la fraternità verso tutti”.

E sull’esempio di san Charles de Foucauld invita a scoprire una Chiesa che vive l’amore di Dio: “Imparerete il nostro atteggiamento interiore, quasi  una regola d’oro: ‘parlare meno dei giovani, parlare di più con i giovani, parlare meno dei musulmani, parlare di più con i musulmani, parlare meno di Dio, parlare di più con Dio’… Conoscere la nostra Chiesa, ‘sacramento dell’incontro’ con l’altro e i suoi valori come la preghiera, la fraternità e l’umiltà vi darà un bel dono di Dio: la gioia. Sì, venite e vedete! Vi attendiamo a braccia aperte”.

Il messaggio dell’arcivescovo di Rabat è confermato da suor Julie, suor Clotilde e suor Chantale, che vivono a Beni Mellal, nelle montagne del medio Atlante, da cui sono partite le prime migrazioni verso l’Italia a cavalli tra gli anni ‘70/’80, raccontando la vita della gente nei villaggi nei dintorni della città che ha 60.000 abitanti, come a Timoulite: “Halima ci ha accolto nella sua cooperativa ‘Taymate’ (che significa ‘fraternità’). Un mondo si è aperto per noi. Fraterno, laborioso, e in cammino verso la dignità di tante donne e uomini di qui.

Preparano in questa cooperativa le olive, la loro selezione, la loro meticolosa preparazione con erbe fini, peperoncino o altri ingredienti. Un lavoro artigianale di amore e precisione. Poi, nel pomeriggio, qui si tengono corsi di alfabetizzazione per le donne. Suor Clotilde, poi, viene invitata a tornare per impartire lezioni sugli olii essenziali, di cui ha una lunga esperienza.

Sì, qui si coltiva il senso del gusto, ma anche della parola, dell’educazione e della relazione. In questo villaggio ai piedi del massiccio del Medio Atlante tutto racconta la magia di un piccolo miracolo”.

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Tale ‘cammino sinodale’ è confermato dal missionario p. Renato Zilio, che ha raccontato una gita di un gruppo di studenti universitari subsahariani di Beni Mellal (Marocco), accompagnati dalle suore Chantale e Clotilde nella catena dell’Atlante, che è stata una ‘esperienza spirituale: “Ci aspettava, infatti, ‘lo spettacolo naturale più bello del Marocco’: le cascate di Ozoud (che vuol dire mulino, in berbero, per la presenza di una dozzina di molini per l’olio).  

Cascate spettacolari di un’altezza di 110 m, che spesso si rivestono di un bell’arcobaleno. L’acqua e i suoi vapori cadono davanti ai nostri occhi in una vallata dove il verde della vegetazione contrasta con il terreno rossastro attorno, in un'oasi di uliveti, di mandorli e di fichi. Una vera meraviglia!”

Il racconto del cammino sinodale della chiesa locale si snoda attraverso volti e luoghi, che si intrecciano tra loro: “Soulaymane, una giovane guida berbera, socialmente impegnata, ci prende quasi per mano per mostrarci e contemplare questi luoghi… Così, Tanaghmelt, un antico e delizioso villaggio berbero, un mulino tradizionale, una cooperativa di tappeti berberi femminili, un centro di economia sociale, ci hanno aperto le loro porte e il loro mistero. Per dirci come cultura locale, economia, attività, uomini e natura,... tutto qui è tenuto insieme in una sinergia e un rispetto invisibili. Come la trama di un tappeto”.