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Letture, i Sette Sacramenti di Fulton Sheen per non vivere in maniere troppo seria

L'edizione in italiano di Ares

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Dio è la fonte principale del senso dell’umorismo ma noi non lo capiamo più. E’ partito da questa convinzione l’arcivescovo statunitense Fulton John Sheen nello scrivere il libro "I sette sacramenti" proprio per aiutare a riscoprire la profonda vena umoristica del Creatore, ormai misconosciuta  «perché gli uomini vivono in un mondo che è diventato decisamente troppo serio».

 Nato nel 1895 negli Stati Uniti, diventato  vescovo  e moderno apostolo della fede, monsignor Sheen per decenni, a partire dal 1930, è diventato popolare con le sue trasmissioni in radio e in tv, vincendo due Emmy Award e guadagnandosi anche la copertina di Time con lo slogan che dava il titolo alla sua trasmissione più nota: “La vita vale la pena di essere vissuta”. Non si contano le conversioni avvenute grazie al suo apostolato. Gli è stata affibbiata l’etichetta di “telepredicatore”, che in qualche modo lo ha associato a un fenomeno mediatico da cui era profondamente estraneo.

Il suo successo monsignor Sheen lo attribuiva all’unico suo unico merito, ossia  imitare la predicazione del Cristo. Per annunciare il Vangelo, Gesù ha fatto  ricorso a immagini umoristiche e poetiche quali cammelli e crune d’ago, volpi, passeri e gigli del campo, mostrando in ogni cosa visibile un significato invisibile…Questo è, se vogliamo, il meccanismo segreto dei sacramenti istituiti da Gesù, che combinano elementi visibili e concreti, magari persino prosaici, con la realtà eterna e invisibile.

Questo grazie a quello speciale senso dell’humor celato nella grazia divina. Ecco quindi “svelato” il nesso, a tutta prima incomprensibile, tra umorismo e sacramenti, qualcosa a cui l’uomo del Ventesimo secolo non è più contiguo, non è più in sintonia e a cui invece Sheen riconduce, servendosi di un linguaggio semplice e di immagini concrete e quotidiane. Un’opera che finalmente è stata resa disponibile in italiano, grazie all’iniziativa della casa editrice Ares. Con un tono brillante, vivace, ma mai banale. Al suo sguardo  sempre aperto la realtà fornisce continuamente segni dell’invisibile che si nasconde dietro il visibile, con quella capacità che era diffusa in tempi "più felici" e oggi sembra essere perduta.

  Il testo è apparso negli Stati Uniti nel 1964 e pertanto fa riferimento ai riti anteriori alla riforma voluta dal Concilio Vaticano II. Tuttavia la sostanza dei sacramenti non è cambiata e le stesse riflessioni sugli aspetti rituali costituiscono un arricchimento per una migliore comprensione del sacramento stesso.Tutto appare semplice, immerso nella nostra esperienza di tutti i giorni. Ecco, ad esempio come l’autore spiega la necessità “fisica”, per un credente, di incontrare Cristo nei sacramenti: il vescovo, infatti, lo ha fatto notare ad una signora che gli spiegava di non riuscire a credere all’Eucarestia come corpo di Cristo.

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Lei si lamentava di non avere vicino il marito, e che nonostante ricevesse molte lettere e guardasse costantemente le sue foto, sentiva che "gli mancava fisicamente", che  non riusciva ad accontentarsi  di guardare una foto e di leggere una lettera. Partendo proprio da una simile esperienza, Sheen dimostra che un cristiano non può accontentarsi di pensare a Cristo e leggere la sua Parola senza poi incontrarlo nei sacramenti.

"Qualche volta vediamo delle scritte dipinte ai bordi delle strade: «Dio salva». Ora, questo è certamente vero, ma la questione più importante è: come Dio salva? Quale relazione abbiamo noi nel XX secolo con Cristo che è vissuto nel I? Stabiliamo un contatto con lui soltanto leggendo ciò che lo riguarda? Se è tutto qui, allora la nostra relazione con lui non è più stretta di quella che potremmo avere con Pilato. Se Cristo è solo il ricordo di qualcuno che è vissuto secoli fa, è piuttosto difficile che possa avere un’influenza maggiore di Socrate o di Budda", scrive Sheen. 

E la risposta alla domanda su come Cristo salva " la si può trovare nei sacramenti. La vita divina di Cristo è trasmessa attraverso la sua Chiesa, o suo Corpo mistico, esattamente nello stesso modo con cui era trasmessa quando egli camminava sulla terra". Sembra tutto chiaro, quasi ovvio. Eppure, questi concetti basilari rischiano di essere smarriti: possiamo dire in coscienza che i cristiani del nostro tempo vivono i sacramenti come la modalità concreta dell’incontro con Cristo? Inchieste e indagini non ci dimostrano forse come tanti che si definiscono praticanti non hanno neppure idea di cosa significhi Eucarestia, addirittura ammettono candidamente di considerare l’ostia consacrata come "un simbolo" di Gesù…

Leggere queste pagine aiuta davvero a recuperare la giusta prospettiva e il senso della vita da cristiani, attraverso le parole dell’autore: "Nella vita terrena di Nostro Signore c’erano due tipi di contatto. Uno era il contatto visibile con l’umanità nel comunicare la sua potenza al paralitico e al cieco, entrambi i quali furono toccati da lui. Ma c’era anche il contatto invisibile grazie al quale Nostro Signore mostrava la sua potenza compiendo miracoli a distanza, come la guarigione del servo del centurione di Nazareth. Il secondo tipo di contatto è un’anticipazione del modo in cui Cristo, che ora è in Cielo, estende e dona la sua potenza attraverso i sacramenti".

C’è un capitolo ancora non chiuso che riguarda il vescovo quasi beato. Sì, quasi beato, perché nel 2002 è stata aperta la causa di beatificazione per Sheen e nel 2019 è stato approvato il decreto relativo al miracolo ottenuto per sua intercessione. Ma proprio a pochi giorni dalla proclamazione ufficiale, lo scorso dicembre, è  stato deciso un rinvio della beatificazione “su richiesta” di alcuni membri della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, che hanno chiesto “un’ulteriore considerazione” del processo di beatificazione di Sheen. La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, pur non mettendo in discussione le virtù eroiche di Sheen, ha dunque chiesto di sospendere la canonizzazione in attesa dei risultati di un processo per abusi sessuali da parte di un sacerdote nella diocesi di Rochester, ai tempi in cui il vescovo fu il venerabile Sheen.

La linea, con decisione finale della Segreteria di Stato, è stata quella della prudenza, sospendendo una beatificazione già calendarizzata, per così dire, per evitare che questa avesse luogo in un clima negativo, magari fomentato dai media, anzi con il sospetto che proprio gli attacchi fossero programmati in vista della beatificazione. Di fatto, però si tratta di un provvedimento senza precedenti, dopo che lo stesso Papa Francesco aveva dato il via libera definitiva, a fronte di un miracolo riconosciuto come tale e avvenuto per intercessione del vescovo.

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