A Filadelfia in attesa del Papa e in difesa del matrimonio e della famiglia i Cavalieri di Colombo sono riuniti per la loro 133 esima assemblea. A loro il Papa ha inviato, tramite il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, un messaggio legato proprio al tema della famiglia e della libertà. Il Congresso dei Cavalieri di Colombo, sul tema “Dotati dal Creatore di vita e libertà”, si aperto ieri a Filadelfia.

Nel messaggio il Papa esprime "Apprezzamento profondo" ai Cavalieri capaci di dare “salda testimonianza pubblica” per affermare il significato cristiano del matrimonio che è "Sacramento", ed è "nel piano del Creatore, una istituzione naturale, un patto di amore e fedeltà tra un uomo e una donna, testo alla loro perfezione e santificazione, a al futuro della nostra famiglia umana. Oggi, mentre l'istituzione del matrimonio è sotto attacco da potenti forze culturali- si legge nel messaggio- i fedeli sono chiamati a testimoniare questa basilare fede biblica e legge naturale, che è essenziale all'ordine saggio e giusto della società. Nell'affrontare le sfide morali, sociali e politiche del tempo presente, è richiesta loro grande saggezza e perseveranza, 'la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù' (apocalisse, 14.12)"

E a proposito di libertà relgiosa bisogna ricordare che "la pietra d'angolo di queste libertà è la libertà religiosa, intesa non semplicemente come libertà del culto che uno sceglie, ma anche, per le persone e le istituzioni, la libertà di parlare e agire in accordo con ciò che stabilisce la loro coscienza. Nella misura in cui questa libertà è minacciata, da invasive politiche pubbliche o dalla crescente influenza di una cultura che pone presunti diritti personali al di sopra del bene comune, c'è bisogno di una mobilitazione delle coscienze da parte di tutti quei cittadini che, a prescindere dal partito o dal credo, sono preoccupati per il benessere complessivo della società." Del resto la protezione della "libertà religiosa - scrive Parolin - deve impegnare le coscienze dei credenti a livello globale in risposta agli attacchi contro le comunità minoritarie, per lo più cristiani, in varie parti del mondo." Il grazie del Papa va anche al grande impegno dei Cavalieri "nell'attirare l'attenzione pubblica alla grave tragedia umanitarie" e  "per la solidarietà pratica alle persone e alle famiglie che soffrono tramite il nuovo fondo per il sostegno dei rifugiati cristiani."  Un appello finale nel testo del cardinale per "una preghiera costante, nelle famiglie, nelle parrocchie e nei concili locali, per questi fratelli e sorelle colpiti da violenza fanatica e intolleranza, e per un generale riconoscimento di questi diritti umani fondamentali che non vengono garantiti dallo Stato, ma dalla mano del Creatore, che tutti i credenti invocano come Dio della pace."