Noi riflettiamo sul diritto alla libertà, leso in contesti di violenza, guerra, prevaricazione, ma non sempre ci rendiamo conto di quanto spesso siano proprio i cosiddetti “diritti rivendicati” a ledere la libertà più profonda e a rendere la persona più schiava.

Assieme alla pena di morte, che andrebbe ormai definitivamente soppressa, penso a leggi che promuovono aborto, droghe o diverse tipologie di dipendenze o anche – come accaduto recentemente in Italia - eutanasia e suicidio assistito; il tutto invocando quel diritto all’autodeterminazione che non solo non esaurisce, ma a volte addirittura contraddice l’essenza della libertà, rinforzando pesantemente la logica della violenza e della guerra”.

Lo ha ribadito Mons. Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia nella omelia della messa per il corso di formazione per i cappellani.

Il presule ha aggiunto che la “comunione nel pianto ci aiuta a intercettare e condividere i gemiti delle persone private della libertà nei conflitti armati, operando instancabilmente perché venga affermata la giustizia e rispettato il diritto il umanitario internazionale, ma anche ascoltando insieme con loro i gemiti dello Spirito, l’aspirazione dei figli di un unico Padre, destinatari di una libertà più profonda, più interiore, che può misteriosamente sbocciare anche in situazioni estreme di detenzione”.