Circa 200 tra profughi e migranti sono stati espulsi ieri dalla Grecia e ricondotti in Turchia nell'ambito dell'accordo firmato in marzo tra l'Unione Europea e il governo turco. Una situazione che preoccupa il Cardinale Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti.

"A me - sostiene il porporato alla Radio Vaticana - nascono parecchi dubbi, prima di tutto perché è quasi un negare a queste persone il diritto ad emigrare: loro vogliono andare in Germania e si ritrovano in Turchia. E con quale garanzie? Si sa quello che è la Turchia! Non è che la Turchia sia un esempio di liberalità o di democrazia. In più la Turchia – io capisco bene – facendo questo accordo ci guadagna economicamente. In più credo ed è la cosa principale farà di tutto per entrare nella Comunità Europea".

"Questo accordo - conclude il Cardinale Vegliò - suscita molte perplessità. E questi poveri migranti profughi non sono mica roba alla posta, un chilo di merce: 80 chili li prendiamo e li mandiamo là… Sono persone! Io penso di dovermi comportare, non io personalmente, ma io come Stato, con un approccio molto umano, perché si tratta di persone".