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Nomine, l’arcivescovo Migliore nuovo “ambasciatore del Papa” in Francia

Per la successione all’arcivescovo Ventura, Papa Francesco sceglie un diplomatico di lungo corso. Migliore lascia vacante la nunziatura di Russia

Arcivescovo Celestino Migliore | L'arcivescovo Celestino Migliore, oggi nominato nunzio in Francia | Wikimedia Commons Arcivescovo Celestino Migliore | L'arcivescovo Celestino Migliore, oggi nominato nunzio in Francia | Wikimedia Commons

È Celestino Migliore il nuovo “ambasciatore del Papa” in Francia. Dopo la rinuncia al compimento dei 75 anni di età dell’arcivescovo Luigi Ventura, Papa Francesco sceglie per la nunziatura di Parigi un diplomatico di lungo corso, chiamato a gestire i rapporti con il governo francese, in una società sempre più secolarizzata e dove negli ultimi anni si sono anche moltiplicati gli attacchi anti-cristiani.

L’arcivescovo Migliore, 67 anni, lascia la nunziatura di Mosca, dove ha lavorato dal 28 maggio 2016. Alla nomina alla nunziatura di Mosca si era aggiunta, il 21 gennaio 2017, la nomina di “ambasciatore del Papa” in Uzbekistan.

La carriera diplomatica di Migliore è iniziata prestando servizio nella nunziatura di Angola quaranta anni fa. Poi aveva lavorato nelle nunziature di Washington, del Cairo e di Varsavia. Era diventato poi osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, e da lì era stato richiamato a Roma come sottosegretario per le Relazioni con gli Stati (il viceministro degli Esteri vaticano).

Quindi, gli incarichi da nunzio, prima come osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, quindi come nunzio a Varsavia e infine in Russia.

Parlando con un giornale cuneese in vista della sua nomina, l’arcivescovo Migliore ha parlato della sua esperienza nella Federazione Russa, e in particolare dei rapporti tra Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica, le quali – ha detto – “rappresentano due storie, due culture, due mondi che per secoli sono andati avanti in parallelo. Se si sono incontrate, è per lo più sul terreno del pregiudizio e della diffidenza reciproca sfociati nella reciproca scomunica, in scaramucce e conflitti”. 

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L’arcivescovo Migliore ha fatto sapere che il comune martirio in epoca comunista ha fatto registrare altissimi livelli di comunione, ma che “pesa ancora il tempo perduto in reciproche recriminazioni teologiche ed ecclesiologiche che in retrospettiva stanno perdendo la loro consistenza e si rilevano sempre più speciose e funzionali ad una incapacità o scarsa volontà di riconoscere ed approfondire invece le basi comuni e i punti di accordo”. 

Ora, l’arcivescovo Migliore va a rappresentare il Papa a Parigi, sostituendo l’arcivescovo Ventura, che il 17 dicembre è andato in pensione, pochi giorni dopo aver compiuto i 75 anni di età.

Papa Francesco aveva immediatamente accettato la rinuncia del nunzio Ventura, che era stato coinvolto in Francia in una questione di molestie.

Nel luglio 2019, la Santa Sede aveva deciso di rinunciare all’immunità di giurisdizione di cui godeva il nunzio in Francia. L’arcivescovo era stato accusato di molestie sessuali ed era già stato ascoltato “su sua richiesta” dalla polizia giudiziaria francese ad inizio ad aprile, per rispondere alle accuse di “aggressione sessuale” nei confronti di alcuni giovani adulti.

La conferma della rinuncia all’immunità era arrivata l’8 luglio tramite una breve dichiarazione dell’allora direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede Alessandro Gisotti, il quale aveva spiegato che “la Santa Sede ha atteso, per assumere questa decisione, la conclusione della fase preliminare del procedimento – comunicatale a fine giugno – a cui monsignor Ventura ha liberamente partecipato”.

L’immunità giurisdizionale è garantita ai diplomatici dalla Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961 sulle relazioni diplomatiche.

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Già la decisione del nunzio di presentarsi spontaneamente di fronte alla giustizia francese ad aprile, e anche la sua disponibilità ad incontrare alcune delle presunte vittime, aveva disinnescato un potenziale conflitto diplomatico, data la richiesta francese alla Santa Sede di rinunciare all’immunità.

Il caso del nunzio è scoppiato il 24 gennaio 2019, quando la Procura della Repubblica di Parigi ha aperto una indagine per “aggressione sessuale” a carico dell’arcivescovo Ventura a seguito di una denuncia partita proprio dal Comune di Parigi.

A febbraio 2019, un altro dipendente del comune di Parigi aveva accusato di molestie il nunzio. La Santa Sede aveva comunicato, tramite la Sala Stampa, di aver appreso “a mezzo stampa” delle denunce e di rimanere in attesa delle indagini. Ora, dopo la scelta di presentarsi spontaneamente alle autorità, la decisione di rinunciare all’immunità diplomatica, sempre in nome della trasparenza.

L’arcivescovo Ventura era regolarmente presente all’incontro con i rappresentanti pontifici che si è tenuta in Vaticano dal 12 al 15 giugno scorsi.