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Papa Francesco a Budapest: i confini non siano frontiere che separano ma zone di contatto

Durante il Regina Coeli a Budapest Papa Francesco prega per il "vicino martoriato popolo ucraino e il popolo russo" e per la Chiesa in Europa

La Messa del Papa a Budapest - Daniel Ibanez ACI Group |  | La Messa del Papa a Budapest - Daniel Ibanez ACI Group
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“Desidero esprimere riconoscenza per l’accoglienza e per l’affetto che ho provato in questi giorni. Ed esprimo gratitudine a chi è giunto qui da lontano e a chi ha tanto, e tanto bene, lavorato per questa visita”. Così Papa Francesco prima di recitare il Regina Coeli, a conclusione della Messa celebrata stamane a Budapest.

“Un ricordo speciale – ha aggiunto - per gli ammalati e per gli anziani, per chi non ha potuto essere qui, per chi si sente solo e per chi ha smarrito la fede in Dio e la speranza nella vita. Vi sono vicino, prego per voi e vi benedico”.

Il pensiero del Papa è andato anche ai fedeli delle “altre confessioni cristiane. Grazie per la vostra presenza e grazie perché in questo Paese confessioni e religioni diverse si incontrano e si sostengono a vicenda”. I

Citando il saluto del Cardinale Erdő , Francesco ha osservato come sia “bello che i confini non rappresentino frontiere che separano, ma zone di contatto; e che i credenti in Cristo mettano al primo posto la carità che unisce e non le differenze storiche, culturali e religiose che dividono. Ci accomuna il Vangelo ed è tornando lì, alle sorgenti, che il cammino tra i cristiani proseguirà secondo la volontà di Gesù, Buon Pastore che ci vuole uniti in un solo gregge”.

Il Papa ha affidato a Maria “la fede e il futuro dell’intero Continente europeo, a cui ho pensato in questi giorni, e in modo particolare la causa della pace. Santa Vergine, guarda ai popoli che più soffrono. Guarda soprattutto al vicino martoriato popolo ucraino e al popolo russo, a te consacrati. Tu sei la Regina della pace, infondi nei cuori degli uomini e dei responsabili delle Nazioni il desiderio di costruire la pace, di dare alle giovani generazioni un futuro di speranza, non di guerra; un avvenire pieno di culle, non di tombe; un mondo di fratelli, non di muri”.

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Infine l’auspicio “per la Chiesa in Europa, perché ritrovi la forza della preghiera, perché riscopra” in Maria “l’umiltà e l’obbedienza, l’ardore della testimonianza e la bellezza dell’annuncio”.

Prima del Papa aveva preso la parola l’Arcivescovo di Budapest, Cardinale Peter Erdő per ringraziare il Pontefice.

“Grazie – ha detto il porporato rivolto al Papa - per averci portato la buona novella della misericordia e della tenerezza. Grazie, Santo Padre, che ha portato da noi il messaggio del dialogo e della pace che oggi è specialmente attuale”.