“Vi ringrazio per quanto state facendo – prosegue il Papa - in favore del diritto umano fondamentale della salute per tutti. La salute, infatti, non è un bene di consumo, ma un diritto universale per cui l’accesso ai servizi sanitari non può essere un privilegio. La salute soprattutto quella di base, è di fatto negata in diverse parti del mondo e in molte regioni dell’Africa. Non è un diritto per tutti, ma piuttosto è ancora un privilegio per pochi, quelli che possono permettersela. L’accessibilità ai servizi sanitari, alle cure e ai farmaci rimane ancora un miraggio. Di qui l’importanza della vostra generosa attività a sostegno di una rete capillare di servizi, in grado di dare risposte ai bisogni delle popolazioni”.
Poi il Papa ricorda nel suo discorso come “Medici con l’Africa” operi nelle zone più dimenticate del continente africano: “ Sono le periferie geografiche nelle quali il Signore vi manda ad essere buoni samaritani, ad uscire incontro al povero Lazzaro, attraversando la “porta” che conduce dal primo al terzo mondo. Questa è la vostra “porta santa”!”.
Il pensiero di Francesco poi si rivolge alla difficile condizione delle mamme e dei bimbi in Africa: “Troppe mamme muoiono durante il parto e troppi bambini non superano il primo mese di vita a causa della malnutrizione e delle grandi endemie. Vi incoraggio a rimanere in mezzo a questa umanità ferita e dolente!”.
“Siete medici “con” l’Africa e non “per” l’Africa e questo è tanto importante –aggiunge Papa Francesco nel suo discorso - siete chiamati a coinvolgere la gente africana nel processo di crescita, camminando insieme, condividendo drammi e gioie, dolori ed entusiasmi. So che affrontate le sfide quotidiane con gratuità e aiuto disinteressato, senza proselitismi e occupazione di spazi. Anzi, collaborando con le Chiese e i Governi locali, nella logica della partecipazione e della condivisione di impegni e responsabilità reciproche. Mantenete il vostro peculiare approccio alle realtà locali, aiutandole a crescere e lasciandole quando sono in grado di continuare da sole, in una prospettiva di sviluppo e sostenibilità. È la logica del seme, che scompare e muore per portare un frutto duraturo”.
Papa Francesco, nel suo intervento, ricorda anche la figura speciale di don Mazzucato: “E’ stato direttore del Cuamm per 53 anni, ed è mancato lo scorso 26 novembre all’età di 88 anni. Egli è stato il vero ispiratore delle scelte di fondo, prima fra tutte la povertà. Così ha lasciato scritto nel suo testamento spirituale: “Nato povero, ho sempre cercato di vivere con il minimo indispensabile. Non ho nulla di mio e non ho nulla da lasciare. Il poco vestiario che possiedo lo si dia ai poveri”.
Poi l’augurio sentito del Papa: “Portate avanti con coraggio la vostra opera, esprimendo una Chiesa che non è una “super clinica per vip” ma piuttosto un “ospedale da campo”. Una Chiesa dal cuore grande, vicina ai tanti feriti e umiliati della storia, a servizio dei più poveri”. In finale il commento di Francesco: “Pregate per me, perché il Signore mi faccia ogni giorno più povero”.
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