Bisogna vivere lo sport con passione. “Se c’è questo atteggiamento la competizione è sana; altrimenti, se prevalgono gli interessi di vario tipo, la competizione si guasta, a volte può addirittura corrompersi. L'amatorialità è chiave nello sport”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza i membri dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Sport in Vaticano”.

Anche in questa occasione, Francesco suggerisce tre parole chiave che sono: allenamento, disciplina e motivazione.

“Un atleta disciplinato non è solo uno che osserva le regole. Disciplina richiama discepolo, cioè uno che vuole imparare, che non si sente arrivato e in grado di insegnare a tutti. Il vero sportivo cerca sempre di imparare, di crescere, di migliorarsi. E questo richiede, appunto, disciplina, cioè la capacità di dominare sé stessi, correggere l’impulsività”.

Per quel che riguarda la motivazione il Papa ricorda che “in una gara, ciò che dà la spinta è la motivazione, cioè una forza interiore. La verifica non si fa sul risultato numerico, ma su come siamo stati fedeli e coerenti alla nostra chiamata. Il vostro modo di fare squadra e di collaborare può essere di esempio per il lavoro nei Dicasteri e tra i Dicasteri della Curia, come pure nelle Direzioni dello Stato Vaticano. Ancora una volta lo sport è metafora della vita”.