Cinquanta anni dopo la prima conferenza sull’ ambiente  Stoccolma, il 5 giugno 1972, voluta dalle Nazioni Unite, sono cambiate molte cose. Lo ricordato il Papa ricevendo i promotori del Green and Blue Festival in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente. 

Il Papa ha ricordato la Conferenza di Parigi e aggiunge: “Gli esperti evidenziano chiaramente come le scelte e le azioni messe in atto in questo decennio avranno impatti per migliaia di anni”dice il Papa e “il fenomeno del cambiamento climatico ci richiama insistentemente alle nostre responsabilità: esso investe in particolare i più poveri e più fragili, coloro che meno hanno contribuito alla sua evoluzione. È dapprima una questione di giustizia e poi di solidarietà.” 

Il Papa racconta del problema della plastica nel mare e aggiunge: “oggi sono venuti i gruppi del MacDonald, il ristoratore, e mi hanno detto che hanno abolito la plastica e tutto si fa con carta riciclabile, tutto… In Vaticano è proibita la plastica. E siamo riusciti al 93%, mi hanno detto, senza plastica. Sono passi, veri passi che dobbiamo continuare”.

Torna a parlare della cultura dello scarto il Papa ma anche delle buone pratiche come quelle dei pescatori di San Benedetto Tronto: “Per noi all’inizio la scelta era un po’ difficile, perché portare plastica invece di pesci non ci faceva guadagnare”. Ma c’era qualcosa: che l’amore per il creato era più grande. Ecco la plastica e i pesci… E così sono andati avanti. Ma costa! È necessario accelerare questo cambiamento di rotta a favore di una cultura della cura – come si curano i bambini –, che ponga al centro la dignità umana e il bene comune. E che sia alimentata da «quell’alleanza tra essere umano e ambiente che dev’essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino».[5] «Non rubiamo alle nuove generazioni la speranza in un futuro migliore»”.