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Papa Francesco, il confinamento ha ridestato in alcuni la capacità dello stupore

Il messaggio a firma del cardinale Parolin per il Meeting di Rimini 2020

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“Nei mesi scorsi abbiamo sperimentato quella dimensione dello stupore che assume la forma della compassione in presenza della sofferenza, della fragilità, della precarietà dell’esistenza. Questo nobile sentimento umano ha spinto dottori e infermieri ad affrontare la grave sfida del Coronavirus con strenua dedizione e ammirevole impegno. Lo stesso sentimento ricco di affetto per i propri studenti ha permesso a molti insegnanti di accogliere la fatica della didattica a distanza, assicurando la conclusione dell’anno scolastico. E ugualmente ha consentito a tanti di ritrovare nei volti e nella presenza dei familiari la forza per affrontare disagi e fatiche”.

Così si legge nel messaggio che a nome di Papa Francesco il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha inviato in occasione della 41.ma edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si apre domani a Rimini sul tema “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime” al Vescovo Mons. Francesco Lambiasi.

“Il tema del prossimo Meeting - si legge nel testo- costituisce un potente richiamo a calarsi nelle profondità del cuore umano attraverso la corda dello stupore, ma se lo sguardo “non è coltivato, si diventa ciechi davanti all’esistenza: chiusi in sé stessi, si resta attratti dall’effimero e si smette di interrogare la realtà”.

Ecco allora le domande di senso dell’uomo sul senso della vita e il paradosso è che “invece di spegnerne la sete più profonda, il confinamento ha ridestato in alcuni la capacità di meravigliarsi di fronte a persone e fatti dati prima per scontati. Una circostanza tanto drammatica ha restituito, almeno per un poco, un modo più genuino di apprezzare l’esistenza, senza quel complesso di distrazioni e preconcetti che inquina lo sguardo, sfuoca le cose, svuota lo stupore e distoglie dal chiederci chi siamo”.

Il Tema del Meeting 2020 “lancia una sfida decisiva ai cristiani, chiamati a testimoniare la profonda attrattiva che la fede esercita in forza della sua bellezza: «l’attrattiva Gesù», secondo un’espressione cara al Servo di Dio Luigi Giussani”.

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Il testo si conclude con l’invito a “testimoniare l’esperienza della bellezza di Dio, che si è fatto carne perché i nostri occhi si stupiscano nel vederne il volto e i nostri sguardi trovino in lui la meraviglia di vivere”. E con le parole di Giovanni Paolo II: “Vale la pena di essere uomo, perché Tu, Gesù, sei stato uomo”.