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Papa Francesco, il desiderio di potenza è ancora criterio di giudizio tra gli Stati

Il messaggio a 60 anni dalla Pacem In terris di Giovanni XXIII

Giovanni XXIII |  | papagiovanni.org Giovanni XXIII | | papagiovanni.org

"Se le regole dei rapporti internazionali hanno limitato l’uso della forza e il superamento del sottosviluppo che è uno degli obiettivi dell’azione internazionale, il desiderio di potenza è ancora, purtroppo, criterio di giudizio ed elemento di attività nei rapporti tra gli Stati".

E' quanto scrive Papa Francesco nel messaggio inviato ai partecipanti al Convegno internazionale "Pace tra le genti. A 60 anni dalla Pacem in Terris" promosso dalla Pontificia Università Lateranense e dal Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale.

Il Papa rilegge la enciclica che ci insegna "come edificare la pace significhi, anzitutto, l’impegno a strutturare una politica ispirata a valori autenticamente umani che l’Enciclica riassume nella verità, nella giustizia, nell’amore e nella libertà".

Un insegnamento che il mondo non ha imparato. "In questo momento- scrive il Papa- l’aumento di risorse economiche per gli armamenti è ritornato ad essere strumento delle relazioni tra gli Stati, mostrando che la pace è possibile e realizzabile solo se fondata su un equilibrio del loro possesso".

La proposta del Papa è "una profonda riforma delle strutture multilaterali che gli Stati hanno creato per gestire la sicurezza e garantire la pace, ma che sono ormai prive della libertà e della possibilità di azione. Non basta che esse proclamino la pace se non sono dotate della capacità autonoma di promuovere e attuare azioni concrete, poiché rischiano di non essere a servizio del bene comune, ma solo strumenti di parte".

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Infine al mondo universitario il Papa chiede una vera formazione scientifica come "strada da percorrere per aprire nuovi orizzonti e superare forme didattiche e organizzative ormai superate e non più adeguate alla nostra era. Sono certo che il Ciclo di studi in Scienze delle Pace da me istituito alla Lateranense, contribuirà a formare le giovani generazioni a questi obiettivi, per favorire quella cultura dell’incontro che è la base di una comunità umana modellata secondo la fraternità, che è poi norma dell’agire per edificare la pace".