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Papa Francesco in Giappone. “La dignità umana sia al centro di ogni attività”

Volge quasi al termine il viaggio di Papa Francesco nel Paese del Sol Levante. Ecologia integrale e povertà al centro del suo discorso alle autorità

Papa Francesco in Giappone | Papa Francesco al Kantei tiene il discorso alle autorità civili e diplomatiche del Giappone, Tokyo, 25 novembre 2019 | Pool VAMP Papa Francesco in Giappone | Papa Francesco al Kantei tiene il discorso alle autorità civili e diplomatiche del Giappone, Tokyo, 25 novembre 2019 | Pool VAMP

Incontrando autorità politiche e diplomatiche del Giappone, Papa Francesco chiede che “la dignità umana sia al centro di ogni attività” sia essa politica, sociale ed economica”, e fa un appello per la cura di “giovani, che spesso si sentono oppressi dalla crescita” e per gli anziani.

L’incontro con le autorità e il corpo diplomatico al Kantei è la penultima tappa del viaggio di Papa Francesco nel Sol Levante, dove voleva essere missionario. Perché nel primo giorno, a Tokyo, aveva incontrato i vescovi. Mentre il secondo giorno è stato tutto dedicato all’appello contro le armi nucleari, con un passaggio a Nagasaki, una visita al santuario dei martiri giapponesi, e una preghiera ad Hiroshima. Ed oggi, al termine di una giornata intensa iniziata con l’incontro con il nuovo imperatore del Giappone, Papa Francesco lascia il suo messaggio al mondo politico e diplomatico di Tokyo.

Dopo un incontro privato con il primo ministro giapponese Shinzo Abe, Papa Francesco comincia il suo discorso ricordando le “relazioni di amiciza molto antiche” tra Giappone e Santa Sede, fatte di contatti, missioni culturali e diplomatiche che hanno alimentato le relazioni e “hanno contribuito a superare momenti di maggiore tensione e difficoltà”.

Papa Francesco sottolinea di essere venuto per “confermare i cattolici giapponesi nella fede”, e anche “nel loro impegno di carità per i bisognosi e per il loro servizio al Paese”. Il Papa loda la sensibilità del Giappone per “i meno fortunati e le persone con disabilità”, ricorda che il motto della sua visita è “Proteggere ogni vita”, si dice commosso dalle storie e le testimonianze che ha ascoltato dalle persone colpite dal triplice disastro (il terremoto del 2011, cui seguì lo tsunami e infine il disastro nucleare di Fukushima), rinnova l’appello “a continuare a promuovere e favorire tutte le mediazioni dissuasive necessarie affinché mai più, nella storia dell’umanità, si ripeta la distruzione operata dalle bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki”.

I conflitti – continua Papa Francesco – “possono trovare soluzioni valide solo attraverso il dialogo, l’unica arma degna dell’essere umano e capace di garantire una pace duratura”. E per questo, la questione nucleare va affrontata “a livello multilaterale, promuovendo un processo politico e istituzionale in grado di creare un consenso e una azione internazionale più ampi”.

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Ma una cultura di incontro e dialogo – aggiunge – è anche “essenziale per costruire un mondo più giusto e fraterno”, ed è quella che porta avanti il Giappone, in grado di “promuovere contatti personali nei settori dell’istruzione, della cultura, dello sport e del turismo, sapendo che questi possono contribuire notevolmente all’armonia, alla giustizia, alla solidarietà e alla riconciliazione, che sono il cemento della costruzione della pace”.

Papa Francesco guarda ai Giochi Olimpici e Paralimpici che il prossimo anno si terranno in Giappone, e si dice certo che questi “serviranno da stimolo per far crescere uno spirito di solidarietà che superi i confini nazionali e regionali e cerchi il bene di tutta la nostra famiglia umana”.

Quindi, Papa Francesco dice di aver apprezzato come il Giappone abbia sviluppato e preservato il suo prezioso patrimonio culturale, e ricorda che “il buon rapporto tra le diverse religioni non è essenziale solo per un futuro di pace, ma anche per preparare le generazioni presenti e future a valorizzare i principi etici che servono come base per una società veramente giusta e umana”.

Altro tema centrale: l’ecologia. Papa Francesco la affronta partendo dalle bellezze naturali del Giappone e dal fiore di ciliegio, così delicato che ci ricorda la “fragilità della nostra casa comune, soggetta non solo a disastri naturali, ma anche all’avidità, lo sfruttamento e la devastazione per mano dell’uomo”.

Forse facendo un riferimento indiretto al movimento ambientalista giovanile, Papa Francesco sottolinea che “quando la comunità internazionale ha difficoltà a rispettare i propri impegni per proteggere il creato, sono i giovani che, sempre più, parlano ed esigono decisioni coraggiose. Ci sfidano a considerare il mondo non come un possesso da sfruttare, ma come una preziosa eredità da trasmettere”.

Ci vuole, per Papa Francesco, un “approccio integrale per la protezione della nostra casa comune, che deve considerare anche l’ecologia umana”. E questa significa anche “affrontare il crescente divario tra ricchi e poveri, in un sistema economico globale che consente a pochi privilegiati di vivere nell’opulenza mentre la maggioranza della popolazione mondiale vive nella povertà”.

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Il Papa incoraggia il governo giapponese a continuare i suoi programmi anti-povertà, e sottolinea: “La dignità umana dev’essere al centro di ogni attività sociale, economica e politica; occorre promuovere la solidarietà intergenerazionale e, a tutti i livelli della vita comunitaria, bisogna dimostrare preoccupazione per coloro che sono dimenticati ed esclusi”.

Tra i dimenticati e gli esclusi, Papa Francesco mette i giovani, i quali “spesso si sentono oppressi di fronte alle difficoltà della crescita”, e le persone anziane e sole, “che soffrono di isolamento”.

Ammonisce Papa Francesco: “Sappiamo che, alla fine, la civiltà di una nazione o di un popolo non si misura dal suo potere economico ma dall’attenzione che dedica ai bisognosi, come pure dalla capacità di diventare fecondi e promotori di vita”.

Sono pensieri, conclude Papa Francesco, che vanno intesi come un incoraggiamento ai “vostri sforzi per dar forma a un ordine sociale sempre più capace di proteggere la vita, sempre più rispettoso della dignità e dei diritti dei membri della famiglia umana”.