La nostra comunione nasce e si alimenta prima di tutto nel rapporto con Dio Trinità e si manifesta poi concretamente nella fraternità, nello spirito di famiglia, che è tipico anche del vostro carisma, e nello stile sinodale che avete abbracciato in piena sintonia con il cammino di tutta la Chiesa. È bello vedere le due Congregazioni religiose insieme, con la presenza di alcuni laici che hanno partecipato attivamente ai Capitoli rafforzando la loro identità e la loro appartenenza. Anche questo è profezia di comunione”. Lo ha detto il Papa stamane ricevendo in udienza i partecipanti e le partecipanti ai Capitoli Generali dei Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenza (Don Calabria).

Don Calabria, come tutti i santi, è stato un profeta. Vi ha lasciato – ha osservato Francesco - una grande eredità e dovete custodirla. Direi che coltivare insieme ai poveri la fiducia nella provvidenza divina vi rende artigiani di una “cultura della provvidenza. Non va perduta questa dimensione, questa cultura della provvidenza che vedo come antidoto rispetto alla cultura dell’indifferenza, purtroppo diffusa nelle società del cosiddetto benessere”.

La spiritualità cristiana della provvidenza – ha spiegato ancora il Papa - non è fatalismo, non vuol dire aspettare che piovano dal cielo le soluzioni ai problemi e i beni di cui abbiamo bisogno. No. Al contrario, significa condividere con gli altri il poco che abbiamo perché a nessuno manchi il necessario. È l’atteggiamento della cura, più che mai necessario per contrastare quello dell’indifferenza”.

 “Non ripiegatevi su voi stessi, nell’autoreferenzialità. Cercate  - ha concluso il Pontefice - di aprirvi sempre più ad accogliere la novità e lo stile che Dio vi ha ispirato e sogna per voi. La mentalità sinodale e fraterna impregni il servizio dell’autorità delle vostre Congregazioni e dell’intera famiglia calabriana. Le periferie geografiche ed esistenziali a cui il Signore vi invia sono il campo dove annunciare l’amore provvidente del Padre attraverso una sovrabbondante misericordia, manifestando la tenerezza del volto di Dio senza pregiudizi ed esclusioni. Amare i poveri facendovi poveri. Possiate sentirvi portatori di un carisma che è un dono per la Chiesa, date la vostra testimonianza con semplicità, con umiltà ma con coraggio, senza mediocrità; e soprattutto direi con grande senso di umanità. Ce n’è tanto bisogno, di umanità! E anche fra voi, nelle vostre comunità. Trovo che una cosa molto brutta, nelle comunità, è quando manca questa dimensione di umanità. E una delle cose che distrugge questa comunione umana, di umanità, è il chiacchiericcio: per favore, state attenti. Mai sparlare gli uni degli altri”.