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Papa Francesco, la gloria di Dio è paradossale: niente applausi, niente audience

Papa Francesco all' Udienza Generale |  | Daniel Ibanez/ Aci Group Papa Francesco all' Udienza Generale | | Daniel Ibanez/ Aci Group

Tre preghiere di Gesù nella Passione, tre temi per la udienza generale di Papa Francesco.

 La gloria di Dio, quella di cui parla Gesù nell’ultima cena cosa è davvero?

La gloria “indica il rivelarsi di Dio, è il segno distintivo della sua presenza salvatrice fra gli uomini” Ecco allora cosa è la Pasqua, sulla croce “Dio finalmente rivela la sua gloria: toglie l’ultimo velo e ci stupisce come mai prima. Scopriamo infatti che la gloria di Dio è tutta amore: amore puro, folle e impensabile, al di là di ogni limite e misura”.

Papa Francesco invita tutti a chiedere al Padre di “togliere i veli ai nostri occhi perché in questi giorni, guardando al Crocifisso, possiamo accogliere che Dio è amore. Quante volte lo immaginiamo padrone e non Padre, quante volte lo pensiamo giudice severo piuttosto che Salvatore misericordioso! Ma Dio a Pasqua azzera le distanze, mostrandosi nell’umiltà di un amore che domanda il nostro amore. Noi, dunque, gli diamo gloria quando viviamo tutto quel che facciamo con amore, quando facciamo ogni cosa di cuore, come per Lui”.

Quindi una gloria ben diversa da quella umana, paradossale: “niente applausi, niente audience. Al centro non c’è l’io, ma l’altro”.

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Poi il Papa parla della preghiera del Getsemani: “ nella prova Gesù ci insegna ad abbracciare il Padre, perché nella preghiera a Lui c’è la forza di andare avanti nel dolore”, invece “nei nostri Getsemani spesso scegliamo di rimanere soli anziché dire “Padre” e affidarci, come Gesù, alla sua volontà, che è il nostro vero bene”.

Ma se si resta chiusi “ci scaviamo un tunnel dentro, un doloroso percorso introverso che ha un’unica direzione: sempre più a fondo in noi stessi. Il problema più grande non è il dolore, ma come lo si affronta. La solitudine non offre vie di uscita; la preghiera sì, perché è relazione, affidamento”. 

Infine il perdono dalla croce: “Gesù prega per chi è stato malvagio con Lui, per i suoi uccisori. Il Vangelo specifica che questa preghiera avviene nel momento della crocifissione. Era probabilmente il momento del dolore più acuto, quando a Gesù venivano conficcati i chiodi nei polsi e nei piedi. Qui, al vertice del dolore, giunge al culmine l’amore: arriva il perdono, cioè il dono all’ennesima potenza, che spezza il circolo del male. Gesù ha pregato anche per noi il Padre: perché dal Padre venga il perdono che ci libera il cuore, che ci guarisce dentro”.

Il Padre ci perdona e ci da il coraggio di poter perdonare  ha concluso il Papa.

Salutando il gruppi francesi il Papa ha detto:  “Colgo questa occasione per esprimere alla comunità diocesana di Parigi, a tutti i parigini e all’intero popolo francese il mio grande affetto e la mia vicinanza dopo l’incendio nella Cattedrale di Notre-Dame.

Cari fratelli e sorelle, sono rimasto molto addolorato e mi sento tanto vicino a tutti voi. A quanti si sono prodigati, anche rischiando di persona, per salvare la Basilica va la gratitudine di tutta la Chiesa. La Vergine Maria li benedica e sostenga il lavoro di ricostruzione: possa essere un’opera corale, a lode e gloria di Dio”.

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