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Papa Francesco: "La missione si basa sulla preghiera". Poi condanna le stragi in Libia

All'Angelus il Papa sottolinea come la missione cristiana deve essere radicata nella gioia

Papa Francesco  |  | Vatican Media - ACI Group Papa Francesco | | Vatican Media - ACI Group

La missione della Chiesa è quella “di annunciare il Vangelo a tutte le genti” e noi dobbiamo sempre pregare perché Dio “mandi operai a lavorare nel suo campo che è il mondo. E ciascuno di noi lo deve fare con cuore aperto, con un atteggiamento missionario; la nostra preghiera non dev’essere limitata solo ai nostri bisogni, alle nostre necessità: una preghiera è veramente cristiana se ha anche una dimensione universale”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’Angelus commentando il Vangelo di questa domenica.

Il Papa ricorda che “la missione si basa sulla preghiera; che è itinerante; che richiede distacco e povertà; che porta pace e guarigione, segni della vicinanza del Regno di Dio; che non è proselitismo ma annuncio e testimonianza; e che richiede anche la franchezza e la libertà evangelica di andarsene evidenziando la responsabilità di aver respinto il messaggio della salvezza, ma senza condanne e maledizioni”.

Così - aggiunge Francesco - “la missione della Chiesa sarà caratterizzata dalla gioia, non effimera, che scaturisce dal successo della missione; al contrario, è una gioia radicata nella promessa che – dice Gesù – i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Questa gioia “nasce dalla consapevolezza di essere stati chiamati da Dio a seguire il suo Figlio. Cioè la gioia di essere suoi discepoli”.

Il discepoli gioioso - conclude il Papa - è “un missionario, uno che cammina in compagnia del Signore Gesù, che impara da Lui a spendersi senza riserve per gli altri, libero da sé stesso e dai propri averi”.

Al termine dell’Angelus il Papa ha ricordato la strage di civili avvenuta pochi giorni fa in Libia. “Invito - ha detto il Pontefice - a pregare per le povere persone inermi uccise o ferite dall’attacco aereo che ha colpito un centro di detenzione di migranti in Libia. La comunità internazionale non può tollerare fatti così gravi. Prego per le vittime: il Dio della pace accolga i defunti presso di sé e sostenga i feriti. Auspico che siano organizzati in modo esteso e concertato i corridoi umanitari per i migranti più bisognosi”. Nello stesso tempo il Pontefice ha voluto ricordare le vittime delle recenti stragi in Afghanistan, Mali, Burkina Faso e Niger.

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