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Papa Francesco modifica i termini di ricorso per i religiosi professi dimessi

Un motu proprio del Papa cambia i termini di ricorso, e li estende a 30 giorni, sia per le Chiese di rito latino che per quelle di rito orientale

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Trenta giorni, e non più dieci, per ricorrere alle dimissioni di un professo nella Codice di Diritto Canonico di rito e latino, e trenta giorni, e non più quindici, per fare ricorso secondo il Codice Canonico delle Chiese Orientali. Con un motu proprio, Papa Francesco estende i termini per il ricorso dei religiosi ai provvedimenti che li dimettono dalla loro congregazione, ferma restando la loro sospensione nel tempo del decreto.

Nel mou prorio, pubblicato oggi, Papa Francesco sottolinea che il principio dell’ “Expedit ut iura personarum apte definiantur atque in tuto ponantur” (è opportuno che i diritti delle persone siano adeguatamente definiti e garantiti) resta la linea guida del Diritto Canonico, e che questo “diventa rilevante soprattutto nelle vicende più delicate del vivere ecclesiale, quali sono le procedure concernenti lo status giuridico delle persone”.

Per questo, il Papa sottolinea che i tempi cronologici previsti finora dai ricorsi ai decreti di dimissione del Codice di Diritto Canonico e del Codice Canonico delle Chiese Orientali “non possono dirsi congruenti alla tutela dei diritti della persona”.

Inoltre, aggiunge, “una modalità meno restrittiva dei termini di

trasmissione del ricorso consentirebbe all’interessato di poter meglio valutare le imputazioni a suo carico, nonché di poter utilizzare modalità di comunicazione più adeguate”.

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Poi, c’è il pericolo che anche la stessa procedura di dimissioni possa essere messa a rischio e di conseguenza la tutela di diritti dei professi, anche questo contemplato dal motu proprio.

Per questo motivo, Papa Francesco stabilisce che i termini per il ricorso siano ora di trenta giorni. La modifica sarà in vigore a partire dal 7 maggio.

Da notare che il Papa ha consegnato questo documento in San Pietro, e non in San Giovanni in Laterano dove ultimamente aveva firmato i documenti per enfatizzare il suo ruolo di vescovo di Roma.