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Papa Francesco: “Nessuno arriva alla vita eterna se non portando la croce”

Angelus di Papa Francesco | Veduta dal basso di uno degli Angelus di Papa Francesco | Vatican Media / ACI Group Angelus di Papa Francesco | Veduta dal basso di uno degli Angelus di Papa Francesco | Vatican Media / ACI Group

“Nessuno arriva alla vita eterna se non seguendo Gesù, portando la propria croce nella vita terrena”. Papa Francesco sintetizza così il messaggio del Vangelo di oggi, che celebra la trasfigurazione di Gesù, avvenuta dopo che questi aveva annunciato ai discepoli che “avrebbe molto sofferto”.

Seconda domenica di Quaresima: tornato dagli Esercizi Spirituali ad Ariccia, Papa Francesco si affaccia come tradizione dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico per commentare il Vangelo e pregare l’Angelus. Al termine della preghiera, il Papa non manca di ricordare i morti dell’attentato a due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda, nei saluti conclusivi.

Il Vangelo del giorno parla della trasfigurazione di Gesù. Papa Francesco descrive il percorso dei discepoli con Gesù fino alla montagna, la preghiera, la trasfigurazione, l’incontro con Mosè ed Elia che parlano con lui del suo prossimo Esodo, ovvero della Pasqua di morte e resurrezione, e lo stupore dei discepoli che “vorrebbero quel momento non finisse più”.

Papa Francesco spiega che la trasfigurazione si “compie in un momento ben preciso della missione di Cristo”, quando Gesù ha già confidato ai discepoli che deve soffrire, essere ucciso e resuscitare il terzo giorno, e li prepara a “sopportare lo scandalo della passione e della morte di croce, perché sappiamo che questa è la va attraverso la quale il Padre celeste farà giungere alla gloria il suo Figlio eletto, risuscitandolo dai morti”.

Sarà anche la via dei discepoli, perché “nessuno arriva alla vita eterna se non seguendo Gesù e portando la propria croce nella vita terrena”.

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Papa Francesco spiega che il brano del Vangelo “mostra la prospettiva cristiana della sofferenza”, che "non è un sadomasochismo" è un “passaggio necessario, ma transitorio”, perché siamo chiamati ad un punto “luminoso come il volto di Cristo trasfigurato”, nel quale è “la salvezza, la beatitudine, la luce, l’amore di Dio senza limiti”.

Con la trasfigurazione, “Gesù ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella Pasqua”.

Papa Francesco chiede dunque per questa Quaresima di “salire sul monte con Gesù”, con “la preghiera”, la "preghiera silenziosa, la preghiera del cuore, la preghiera sempre cercando il Signore", rimanendo “qualche momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino” e fissando “lo sguardo interiore sul suo volto” lasciando che la sua "luce ci pervada".

Nota il Papa che Gesù si trasfigurò mentre “pregava”, ed era “immerso in un colloquio intimo con il Padre”, e “aderiva con tutto Sé stesso alla volontà di salvezza del Padre, compresa la croce, la gloria di Dio lo invase trasparendo anche all’esterno”.

La preghiera in Cristo e nello Spirito Santo, infatti, “trasforma la persona dall’interno e può illuminare gli altri e il mondo circostante”. Aggiunge il Papa: "Quante volte abbiamo trovato persone che illuminano. Pregano. La preghiera fa questo. Ci fa luminosi con la luce dello Spirito Santo". 

Dopo l’Angelus, Papa Francesco ricorda l’attentato in Nuova Zelanda, ha ricordato che "al doloro per le guerre e i conflitti" che non "cessano di affliggere" l'umanità, c'è stato l'attentato a Christchurch, si dice “vicino ai nostri fratelli musulamni” e rinnova “l’invito ad unirsi con la preghiera e i gesti di pace per contrastare l’odio e la violenza” e chiede a tutti di pregare insieme per i fratelli musulmani che sono stati uccisi. 

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