“Viviamo in un contesto in cui la barca della Chiesa è investita da venti contrari e violenti, a causa specialmente delle gravi colpe commesse da alcuni dei suoi membri. Tanto più è importante non dimenticare l’umile fedeltà quotidiana al ministero che il Signore permette di vivere alla grande maggioranza di coloro che ha donato alla sua Chiesa come sacerdoti! Noi sappiamo che, rispondendo alla chiamata del Signore, non siamo stati consacrati mediante il dono dello Spirito per essere dei supereroi. Siamo stati inviati con la consapevolezza di essere uomini perdonati, per diventare pastori alla maniera di Gesù, ferito, morto e risorto. Perché la nostra missione in quanto ministri della Chiesa è, oggi come ieri, di testimoniare la forza della Risurrezione nelle ferite di questo mondo”. Lo ha detto stamane il Papa, nel corso dell’udienza concessa ai sacerdoti della Diocesi di Créteil. 

“Guardare le ferite della nostra Chiesa” - ha aggiunto Francesco - servirà “per andare fino a Gesù Cristo. Lui solo può guarirci permettendoci di ripartire da Lui e di trovare, con Lui e in Lui, i mezzi concreti per proporre la sua vita a tutti, in un contesto di povertà e di carenza”.

Sul fronte delle vocazioni il Papa ha invitato ad uno stile di vita che sia di testimonianza poiché “è anche attraverso il vostro modo di vivere il ministero che permetterete ai giovani di accogliere la chiamata del Signore al sacerdozio o alla vita consacrata. Perciò, vi incoraggio a tenere il vostro sguardo fisso su Gesù Cristo e a coltivare il legame particolare che vi unisce a Lui, attraverso la preghiera personale, l’ascolto della sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e il servizio ai fratelli. E’ importante favorire e sviluppare la qualità della vita fraterna, tra di voi e in seno alle vostre comunità, affinché il valore e la bellezza del ministero e della vita consacrata siano riconosciute da tutti come il servizio di una vera comunione missionaria”.