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Papa Francesco racconta il suo viaggio in Bulgaria e in Macedonia del Nord

Papa Francesco Udienza Generale |  | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Francesco Udienza Generale | | Daniel Ibanez / ACI Group

Come di consueto, dopo un viaggio apostolico, Papa Francesco dedica la catechesi dell’Udienza Generale alla “cronaca” del cammino appena trascorso. Il Papa dal 5 al 7 maggio si è recato in Bulgaria e Macedonia del Nord. In piazza San Pietro il Pontefice racconta gli eventi accaduti e ringrazia tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione di questo 29esimo suo viaggio.

“Ringrazio Dio – inizia subito il Papa - per avermi concesso di compiere queste visite, e rinnovo la mia gratitudine alle Autorità civili di questi due Paesi che mi hanno accolto con grande cortesia e disponibilità. Ai Vescovi e alle rispettive Comunità ecclesiali va il mio grazie più cordiale, per il calore e la devozione con cui hanno accompagnato il mio pellegrinaggio”.

Francesco inizia con il raccontare “la gioia di compiere un passo avanti nell’incontro con il Patriarca della Chiesa Ortodossa Bulgara Neofit e i Membri del Santo Sinodo”. “In effetti, come cristiani – sottolinea il Papa - la nostra vocazione e missione è essere segno e strumento di unità, e possiamo esserlo, con l’aiuto dello Spirito Santo, anteponendo ciò che ci unisce a ciò che ci ha diviso o ancora ci divide”.

Importantissimi nel suo viaggio sono stati Santi Cirillo e Metodio: “Essi, di origine greca, seppero usare con creatività la loro cultura per trasmettere il messaggio cristiano ai popoli slavi; idearono un nuovo alfabeto col quale tradussero in lingua slava la Bibbia e i testi liturgici. Anche oggi c’è bisogno di evangelizzatori appassionati e creativi, perché il Vangelo raggiunga quanti ancora non lo conoscono e possa irrigare di nuovo le terre dove le antiche radici cristiane si sono inaridite”.

Per l’ultimo giorno in Macedonia il Papa ricorda subito Madre Teresa: “In questa donna, minuta ma piena di forza grazie all’azione in lei dello Spirito Santo, vediamo l’immagine della Chiesa in quel Paese e in altre periferie del mondo: una comunità piccola che, con la grazia di Cristo, diventa una casa accogliente dove molti trovano ristoro per la loro vita. Presso il Memoriale di Madre Teresa ho pregato alla presenza di altri leader religiosi e di un folto gruppo di poveri, e ho benedetto la prima pietra di un santuario a lei dedicato”.

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Francesco con la sua visita in Macedonia ha “voluto incoraggiare soprattutto la sua tradizionale capacità di ospitare diverse appartenenze etniche e religiose; come pure il suo impegno nell’accogliere e soccorrere un gran numero di migranti e profughi durante il periodo critico del 2015 e 2016. Un applauso a questo popolo per la loro accoglienza".

“Un Paese giovane dal punto di vista istituzionale – commenta il Papa nella sua catechesi - un Paese piccolo e bisognoso di aprirsi ad orizzonti ampi senza perdere le proprie radici. Per questo è stato significativo che proprio lì avvenisse l’incontro con i giovani. Ragazzi e ragazze di diverse confessioni cristiane e anche di altre religioni, tutti accomunati dal desiderio di costruire qualcosa di bello nella vita”.

"Loro accolgono tutti, si sentono sorelle e madri di tutti, lo fanno con tenerezza - conclude a braccio il Papa - quante volte noi cristiani perdiamo questa dimensione della tenerezza. Diventiamo seri e acidi. Le suore di Madre Teresa sono dolci nella tenerezza e fanno la carità cosi come è, senza tenerezza. Queste suore sono un bell'esempio, che Dio le benedica tutte!".

Infine, l'invito del Papa a recitare insieme un'Ave Maria per benedire i due paesi appena visitati.

Durante i saluti ai pellegrini di lingua francese, il Papa ricorda Jean Vanier, scomparso ieri: "Vorrei fare un pensiero ad un grande uomo di chiesa che si è spento ieri, Jean Vanier. Lui ha lavorato per i più poveri, per i più scartati, anche per coloro che nel grembo della mamma erano condannati a morte...Che Jean Vanier rimanga un esempio per tutti noi e ci aiuti dal cielo”.

 pezzo aggiornato alle ore 10.00 con il ricordo di Jean Vanier

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