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Papa Francesco: "Ribadire il valore primario della giustizia"

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“Viviamo in un contesto attraversato da tensioni e lacerazioni, che rischiano di indebolire la tenuta stessa del tessuto sociale e affievoliscono la coscienza civica di tanti, con un ripiegamento nel privato che spesso genera disinteresse e diventa terreno di coltura dell’illegalità. La rivendicazione di una molteplicità di diritti si affianca spesso a una scarsa percezione dei propri doveri e a una diffusa insensibilità per i diritti  primari di molti, persino di moltitudini di persone. Per questi motivi, va riaffermato con costanza e determinazione, negli atteggiamenti e nelle prassi, il valore primario della giustizia, indispensabile per il corretto funzionamento di ogni ambito della vita pubblica e perché ognuno possa condurre una vita serena”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza l’Associazione Nazionale Magistrati. 

“La tradizione filosofica presenta la giustizia come una virtù cardinale - ha aggiunto Francesco - perché alla sua realizzazione concorrono anche le altre: la prudenza, che aiuta ad applicare i principi generali di giustizia alle situazioni specifiche; la fortezza e la temperanza, che ne perfezionano il conseguimento. La giustizia è dunque una virtù, cioè un abito interno del soggetto: non un vestito occasionale o da indossare per le feste, ma un abito che va portato sempre addosso, perché ti riveste e ti avvolge, influenzando non solo le scelte concrete, ma anche le intenzioni e i propositi. Ed è virtù cardinale, perché indica la giusta direzione e, come un cardine, è punto di appoggio e di snodo. Senza giustizia tutta la vita sociale rimane inceppata, come una porta che non può più aprirsi, o finisce per stridere e cigolare, in un movimento farraginoso”.

La giustizia - ha spiegato ancora il Pontefice - non è un “ordine già realizzato da conservare, ma un traguardo verso il quale tendere ogni giorno”. Il magistrato deve far fronte a molte criticità che “richiedono un’assunzione di responsabilità che va oltre le sue normali mansioni, ed esige che egli constati gli eventi e si pronunci su di essi con un’accuratezza ancora maggiore.

In un tempo nel quale così spesso la verità viene contraffatta, e siamo quasi travolti da un vortice di informazioni fugaci, è necessario che siate i primi ad affermare la superiorità della realtà sull’idea”.

Papa Francesco richiama poi i magistrati all’indipendenza: “esterna, che tenga lontani da voi i favoritismi e le correnti, che inquinano scelte, relazioni e nomine; e interna vi renda invece liberi dalla ricerca di vantaggi personali, capaci di respingere pressione, segnalazione o sollecitazione diretta ad influire indebitamente sui tempi e sui modi di amministrazione della giustizia”.

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Concludendo Papa Francesco ricorda l’importanza del discernimento e della “misericordia” che “ha sempre la meglio nel giudizio. La giustizia che amministrate diventi sempre più inclusiva, attenta agli ultimi e alla loro integrazione. L’elevato afflato morale animi sempre la vostra azione, perché siete ben più che funzionari, ma modelli di fronte a tutta la cittadinanza e in particolare nei confronti dei più giovani”.