Il vostro impegno è quello “di studiare e diffondere la Dottrina sociale della Chiesa, cercando di mostrare che non è solo teoria, ma può diventare stile di vita virtuoso con cui far crescere società degne dell’uomo”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo i membri della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice che festeggia i 30 anni di attività.

“Nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium – ha spiegato Francesco - ho voluto mettere in guardia dal pericolo di vivere l’economia in modo malsano. Molti di voi operano nel campo economico: sapete bene quanto può essere di giovamento per tutti un modo di immaginare la realtà che ponga al centro la persona, che non sminuisca il lavoratore e che cerchi di creare il bene per tutti”.

Nessuno si salva da solo e la riscoperta della fraternità e dell’amicizia sociale è decisiva per non scadere in un individualismo che fa perdere la gioia di vivere. Non si possono servire Dio e i soldi. I soldi sono peggio del diavolo, c’è un messaggio di Gesù in questo. Se sei servo del denaro non sei libero”, ha chiosato il Pontefice.

“Affinché la comunità diventi davvero un luogo dove il debole e chi non ha voce possa sentirsi accolto e ascoltato – ha detto ancora il Papa - serve da parte di tutti quell’esercizio che potremmo chiamare del fare spazio. Ognuno ritrae un po’ il proprio io e questo permette all’altro di esistere. Ma per questo bisogna che il fondamento della comunità sia l’etica del dono e non quella dello scambio. Pensare e agire in termini di comunità è fare spazio agli altri, è immaginare e lavorare per un futuro dove ciascuno possa trovare il suo posto e avere il suo spazio nel mondo. Una comunità che sa dar voce a chi non ha voce è ciò di cui tutti abbiamo bisogno”.