Advertisement

Parolin, Porta Pia un trauma e una tappa nella continuità dei rapporti Stato - Chiesa

Il Segretario di Stato vaticano ripercorre i 150 dalla breccia ad oggi

La breccia di Porta Pia  |  | Wikipedia La breccia di Porta Pia | | Wikipedia

Un evento traumatico e provvidenziale, così il cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato Vaticano ha definito la presa di Porta Pia di cui in questo 2020 si ricordano i 150 anni. In un convegno promosso dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche il cardinale ha ripercorso le varie tappe del cammino che dal conflitto hanno portato alla collaborazione. Senza però evidenziare una linea futura nei rapporti Stato Chiesa in Italia e sulla diversa eventuale visione di sovranità della Santa Sede.

Lo scopo della sovranità temporale della Santa Sede è sempre stato quello di garantire la totale indipendenza da ogni potere politico e la sicurezza nelle epoche di conflitti e lotte in Italia ed Europa, e l’evento  militare di Porta Pia era anche il frutto di una “prepraazione” che fatta di di attacchi alla Chiesa da parte di uomini ispirati da ideologie anti religiose.

Nel contesto di un anticlericalismo violento come le leggi antieversive del 1866 le garanzia di autonomia che Pio IX aveva ricevute non sembravano rassicuranti, ha spiegato il cardinale.

Il beato Pio IX fu irremovibile nella sua posizione che chiarì con la enciclica Respicientes ea del novembre del 1870 e poi con la Ubi nos del 1871 pubblicato subito dopo la legge delle Guarentigie. No ad una riconciliazione forzata che annulli i diritti di Dio e della sede Apostolica.

E poi arriva il Non expedit con la prima dichiarazione nel1868 poi reiterata dal Papa in varie occasioni. Il No del Papa alla partecipazione dei cattolici in politica è un atto di difesa.

Advertisement

Il cardinale ha ricordato la posizione di Leone XIII, atteso come “liberale” da alcuni, ma di fatto convinto ancora che i cattolici non debbano entrare nella politica italiana. Intanto il Regno promuove il 20 settembre come festa nazionale, ma il popolo cattolico non se la sente di andare contro il Papa che aveva firmato al Rerum novarum, vera innovazione sociale dell’epoca.

E mentre si inaugura la statua di Garibaldi sul Gianicolo, il Papa a san Pietro prega il Rosario e i sette salmi penitenziali e riceve molti telegrammi dal mondo cattolico.

La svolta inizia con Pio X che cerca una soluzione pastorale anche al Non expedit rimettendo molto ai vescovi locali. Così nel 1905 vengono eletti 3 candidati cattolici senza appoggio di un partito o di un mandato dalla Santa sede.

Si parla di un garanzia di indipendenza della Santa Sede per ordine internazionale più che territoriale. E sarà Benedetto XV ad iniziare la Conciliazione segreta come molti l’hanno definita.

Nel 1914, ha ricordato Parolin, Benedetto XV invia Monti a parlare con Salandra e nel 1919 toglie il Non expedit. Alla morte del Papa nel 22 il Governo italiano ordina il lutto nelle bandiere degli edifici pubblici per la prima volta.

La conciliazione arriva con Pio XI che tra l’altro permette l’uso della Cappella Paolina del Quirinale per un matrimonio Savoia.

More in Vaticano

Poi Patti, trattato per chiudere la Questione Romana e il Concordato per guardare al futuro. Non tutti in Vaticano erano certi della tenuta degli accordi, a cominciare da Don Sturzo e De Gasperi, ma la storia invece ha dimostrato anche che dopo la caduta del Fascismo la Chiesa ebbe il ruolo morale della ricostruzione oltre che dell’aiuto alla gente con le iniziative di Pio XII.

Si arriva Paolo VI e al suo discorso del 16 aprile 1966 in Campidoglio: non siamo forestieri qua dentro. E poi le visite dei pontefici e gli incontri con le amministrazioni romane. Roma ha un nuovo ruolo anche per il Papa che dopo decenni di abbandono del suo ruolo di vescovo e di vicinanza alla sua gente riprende il suo ruolo di pastore.

Papa Francesco, ricorda Parolin, è stato il primo Papa a non fari riferimenti alla vicenda nel suo discorso in Campidoglio.

Porta Pia insomma fu una interruzione, “un trauma ma il 1870 era solo una tappa nelle relazione Chiese e Stato, secondo il canone della continuità in una progressiva evoluzione”. Tutto alla luce della Provvidenza come ricordava Montini in un discorso prima del Concilio Vaticano II prosieguo naturale del Concilio Vaticano I brutalmente interrotto dalla guerra e dalla breccia di Porta Pia.