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Presidenza CEI: una lettera ai vescovi per lavorare a nuove forme di presenza ecclesiale

“Lavorare insieme per porre le condizioni con cui aprirsi a nuove forme di presenza ecclesiale”

Una chiesa vuota |  | CEI Una chiesa vuota | | CEI

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha scritto una lettera ai vescovi, in vista della ripresa autunnale delle attività pastorali, “necessariamente graduale e ancora limitata dalle misure di tutela della salute pubblica, alcune delle quali legate a valutazioni regionali”. “Lavorare insieme per porre le condizioni con cui aprirsi a nuove forme di presenza ecclesiale”, questo è l'obiettivo.

La lettera si collega anche all'Istruzione su “La Conversione Pastorale della Comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa” pubblicata dalla Congregazione per il Clero lo scorso lunedì. La Presidenza CEI evidenzia ora l’urgenza “di progettare, con le dovute precauzioni, un cammino comunitario che favorisca un maggior coinvolgimento dei genitori, dei giovani e degli adulti, e la partecipazione all’Eucaristia domenicale”.

Ma l'attenzione dei vescovi italiani è naturalmente rivolta tutta all'emergenza coronavirus e alle nuove norme e regole da attuare.

"Quanto alla celebrazione dei sacramenti, “a partire da quelli dell’iniziazione cristiana”, la lettera ricorda che “non ci sono impedimenti a celebrare con dignità e sobrietà”. “È bene – si raccomanda – aver cura che la loro celebrazione, pur in gruppi contenuti, avvenga sempre in un contesto comunitario”. Per la Cresima, “oltre ad assicurare il rispetto delle indicazioni sanitarie, in questa fase l’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando”. La stessa attenzione “sarà necessaria per le unzioni battesimali e per il sacramento dell’Unzione dei malati”.

E i cantori e i cori? La CEI chiarisce anche questo punto: si attendono dal Ministero dell’Interno indicazioni.

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Circa la richiesta di poter derogare al numero delle 200 persone nei luoghi chiusi, il Comitato tecnico-scientifico affida la decisione alle Regioni.
“Se davvero l’esperienza della pandemia non ci può lasciare come prima – conclude lettera – la riunione autunnale del Consiglio Permanente e l’Assemblea Generale (prevista a novembre) dovranno essere eventi di grazia, nei quali confrontarci e aiutarci a individuare le forme dell’esperienza della fede e, quindi, le priorità sulle quali plasmare il volto delle nostre Chiese per il prossimo futuro”.