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Proclamare il Vangelo con fiducia e perseveranza. XI Domenica del Tempo Ordinario

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Gesù, oggi, ci parla del Regno di Dio e di come esso di sviluppi nel mondo. Si serve di due eventi che avvengono tutti i giorni nella vita: la storia del seme che cresce da solo e la storia del piccolo seme di senape che cresce e diventa grande.

Per mezzo di due parabole Cristo insegna che il regno di Dio è già presente, è qui e, seppure in mezzo alle opposizioni e ai fallimenti, si sviluppa e si diffonde con modalità che sfuggono al controllo dell’uomo. Il regno di Dio, infatti, cresce per virtù propria, per energia propria. La possibilità del successo non è legato all’impegno e all’affanno, ma all’azione della grazia, la quale opera silenziosamente nell’intimità dei cuori. L’unica cosa richiesta, come insegna s. Ambrogio, è un terreno disponibile ad essere seminato: “Semina Cristo nel tuo orto - l’orto è un luogo pieno di fori e di frutti diversi - in modo che fiorisca la bellezza della tua opera e profumi l’odore vario delle diverse virtù. Vi sia Cristo là dove vi è ogni frutto. Tu semina il Signore Gesù: egli è un granello quando viene arrestato, un albero quando risuscita, un albero che fa ombra a tutto il mondo. E’ un granello quando viene sepolto in terra, ma è un albero quando si eleva al cielo” (Exp. In Luc. 7,176-180). 

L’annuncio del Vangelo, alla luce delle parole di Gesù, non può trasformarsi in agitazione, in irrequietezza, in ansia, in paura. Dio ci chiede di mettere in atto tutte le energie di cui siamo in possesso, con la consapevolezza che, dal poco che possiamo offrire, Egli sa trovare il modo di portare frutto, secondo i suoi imperscrutabili disegni. La parola di Gesù rappresenta, dunque, un grande incoraggiamento per coloro che annunciano il Vangelo.

Viviamo in un contesto di rifiuto e di indifferenza nei confronti del messaggio di Cristo, tuttavia, Egli ci dice che il lavoro apostolico, per quanto faticoso e apparentemente inutile, da qualche parte certamente porterà frutto abbondante. Nel regno di Dio non vi è lavoro inutile, non vi è spreco. Pertanto, la Parola di Dio va proclama con fiducia, coraggio e perseveranza. Poi essa prosegue la sua corsa e nel rispetto dei tempi di Dio, che sono diversi dai nostri, porterà frutti imprevisti e insperati.

L’insegnamento di Cristo apre il cuore alla speranza e alla serenità. Senza, mai dimenticare che c’è una serenità falsa, che nasce dal disinteresse per il Vangelo, e una serenità evangelica che nasce dalla fede in Cristo. Non sono gli uomini che danno forza alla parola né le loro resistenze sono in grado di trattenerla. Il Regno cresce comunque. Il cristiano non è un ingenuo, ma un credente che ripone la sua fiducia e la sua speranza in Gesù, Signore della Chiesa e della storia. 

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Scrive J. Ernst: “La comunità cristiana, se si rimette alla legge del granello di senapa, sarà sorretta da un ottimismo immenso. Ciò può essere anche di sprone per realizzazioni religiose e per l’impegno missionario al servizio del Regno di Dio. Ma la fiducia credente in Dio – il quale, al di là di tutti gli sforzi umani, istituirà il suo regno come per miracolo grande oltre ogni misura –deve restare l’atteggiamento di fondo portante del cristiano in questo mondo”.