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Quando il Papa e la società delle nazioni erano in concorrenza per migliorare il mondo

Alcune immagini riferite al Convegno |  | PCSS Alcune immagini riferite al Convegno | | PCSS

Nel 2018 il mondo ha celebrato la fine della I Guerra mondiale, ma cosa è successo nell’immediato periodo post bellico e come la Santa Sede e i cattolici hanno influito in questo periodo lo sanno in pochi. A cominciare al cambio di missionari nelle zone africane colonizzate dai tedeschi.

Di questo e molto altro si parlerà nel Convegno Internazionale di Studi sul tema “Santa Sede e Cattolici nel mondo postbellico (1918-1922)”, in occasione del Centenario della conclusione dellaPrima guerra mondiale organizzato dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche. L’appuntamento è per il 14 e fino al 16 novembre 2018 presso la Pontificia Università Lateranense e il terzo giorno presso l’Accademia di Ungheria.

P. Bernard Ardura, O. Praem., Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, la prima qualificata come «mondiale» ha lasciato degli strascichi politici che paghiamo ancora oggi,  “perché molte delle piaghe che fanno soffrire ancora oggi tantissime persone e popolazioni, hanno origine nella conclusione della guerra e nelle trattative di pace”. Dal trattato di Versailles del 28 giugno 1919 alla caduta degli imperi con la nascita di nuovi stati, alla perdita delle colonie e poi “il Vicino Oriente è affidato dalla Società delle Nazioni ai mandati di Francia e Gran Bretagna: Siria, Libano, Palestina e Transgiordania, Iraq, con i risultati che conosciamo”.

Molti gli uomini di Chiesa e i teologi che hanno vissuto quella epoca con 9 milioni di vittime, 6 milioni di invalidi, 4 milioni di vedove e 8 milioni di orfani.

Il ruolo della Santa Sede e dei cattolici poi saranno espressamente trattati da don Roberto Regoli. “ Nel 18 il mondo è frantumato, come agire? Stati Uniti e Gran Bretagna sono le potenze in gioco e la Santa Sede userà gli episcopati locali per trattare le questioni che gli stanno a cuore”.

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Un esempio è la Russia, nel cambio di regime Rome spera un una opportunità di libertà religiosa. Speranza delusa dalla Rivoluzione.

Invece la Santa Sede trova spazi nei nuovi spazi nati dalle nuove nazioni tramite una politica di concordati per inserire la Santa Sede  nel nuovo quadro geopolitico e inserire la legge della Chiesa nelle nazioni grazie al nuovo codice di Diritto Canonico. Il ruolo centrale di Roma diventa sempre più evidente per togliere il “potere” sulla Chiesa locale dei re e imperatori.

Lo scopo del convegno è che lo studio delle conseguenze di questo primo conflitto mondiale apra vie nuove di riflessione per alimentare non soltanto le nostre conoscenze di un passato ormai centenario, ma ancora per offrire nuovi spunti di riflessione utili per costruire oggi un mondo di pace, di serenità e di armoniosa convivenza umana.

Arriva allora il momento in cui Santa Sede e Società delle nazioni diventano due realtà in concorrenza per essere considerati la guida per un nuovo mondo.

Spiega Regoli che Benedetto XV ha saputo scegliere le “seconde linee” del lavoro diplomatico personaggi come Pacelli divenuto poi Papa.