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Sant'Alfonso e il voto missionario

La missione evangelizzatrice verso i poveri fu il cardine impresso dal Fondatore dei Redentoristi alla sua congregazione

Sant'Alfonso de' Liguori |  | pubblico dominio Sant'Alfonso de' Liguori | | pubblico dominio

Sant'Alfonso Maria de Liguori (1696-1787) è stato uno dei più grandi santi che la Chiesa ricorda nel suo calendario. Teologo e vescovo ha influito, non poco, sulla mentalità e sulla religiosità dei fedeli. Ma questo valente sacerdote, oltre a tutto ciò è stato anche e soprattutto un grande missionario tanto da fondare una famiglia religiosa per tale scopo.

La Congregazione del Santissimo Redentore che vide la luce quel 9 novembre 1732, sulla costiera amalfitana, fin dall'inizio si profuse in un attento apostolato missionario, rivolto a coloro che non avevano mai conosciuto la Rivelazione cristiana.

Caprai, pastori ed uomini privi dei più semplici riferimenti al vangelo, videro Alfonso impegnato in quest'apostolato che ben si lega all'azione missionaria della Chiesa nel mondo.

Il santo, appena ordinato sacerdote il 21 dicembre 1726, comprese che se Napoli era piena di ministri di Dio, fuori della città iniziava la sua missione. Una mattina del 1732, a dorso di mulo e superate le resistenze paterne, saliva a Scala  per fondare un istituto missionario il cui unico scopo era quello di evangelizare pauperibus. E ci riuscì. Di ciò ne abbiamo traccia nella prima Regola approvata il 25 febbraio 1749 e nelle ultime Costituzioni del 1983.

Amò la sua gente, con un amore particolare: nulla lo fermò in quest'opera. Canzoni popolari per diffondere la fede, scritti vari di ascetica e teologia e tante missioni al popolo, riempirono la vita di quest'uomo che si lego al voto di non perdere mai tempo pur di salvare anime. Ciò è testimoniato dai moltissimi che si riferirono alla sua persona per ogni problema. Tutti ascoltava in quanto tutto per lui, rappresentava il volto di Dio .E questa era la Sua missione.

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Quest'ansia missionaria risulta testimoniata da molti episodi ma sopratutto ed in modo specifico dal vincolo, spirituale oltre che giuridico che il santo propose ai suoi figli. Ciò risulta evidente leggendo le biografie sull'esistenza alfonsiana e soprattutto dal voto che i primi Redentoristi facevano di andare a predicare il vangelo agli infedeli. Questo rimase in vigore dal 1743 fino a quando  si decise di rimuoverlo dal testo della Regola. Il santo legò i suoi figli all'idea missionaria in maniera originale ritenendo opportuno non solo il predicare il vangelo, ma che questo fosse diretto alle popolazioni più abbandonate e che non avevano ancora ricevuto tale annuncio.

Questo voto unito a quello di perseveranza rimase impresso nella fisionomia costituzionale della Congregazione redentorista, fino al 1749: anno in cui fu espunto ad opera dei revisori romani per motivi legati all'approvazione della novella istituzione.

I Redentoristi, però, non smisero la propria azione missionaria che venne propagata ed aumentata anche, grazie all'apostolato di San Clemente Hofbauer e del padre Giuseppe Amando Passerat, i quali diffusero il carisma dell'istituzione nell'Europa del nord.

Questo voto, però, non fu nuovo nella mente e nel cuore del fondatore, il quale già, novello sacerdote diocesano, per un periodo di tempo convisse nel Collegio detto dei cinesi a Napoli, cui scopo era quello di predicare il vangelo in Asia.

Sempre attratto da quest'ideale sperò di poter andare missionario in quegli stessi anni (1726-1731) ma la Provvidenza vi segnò altri orizzonti quali quelli del regno di Napoli.

Con tali idealità volle che le case della sua Congregazione fossero distribuite, lontano dai grossi centri abitati proprio per venire, maggiormente, incontro a tali necessità. Scala, Villa Liberi, Ciorani, Deliceto, Sant'Agelo a Cupolo, Pagani, Frosinone, Scifelli: i primi luoghi di apostolato dei Padri del SS. Salvatore (in seguito del Santissimo Redentore, in quanto già esisteva una famiglia religiosa con il medesimo titolo).

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In tali luoghi, Alfonso visse ed operò, con quell'amore che fa vibrare e quella fede che, tutt'ora, infiamma i cuori dei coloro che si ispirano alla sua Regola, segno evidente di amore al Redentore.