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Sant'Alfonso Maria de Liguori e la solennità del Santissimo Redentore

La festa è il cuore della spiritualità del santo napoletano

Sant'Alfonso M. de Liguori |  | pubblico dominio Sant'Alfonso M. de Liguori | | pubblico dominio

Nella terza domenica di luglio, la Chiesa ricorda la solennità del Santissimo Redentore. Momento importante e degno di particolare gioia, evidenziato nel calendario proprio della Congregazione del Santissimo Redentore.

Sant'Alfonso Maria de Liguori, nel fondare l'istituto redentorista, volle dare risalto alla Redenzione del Cristo come momento fondate il Regno dei cieli.

Per i suoi figli la ricorrenza, a cui è dedicata la Congregazione, è ricordo di quell'evento, cardine per la storia della salvezza.

I religiosi, nati in quel lontano 9 novembre 1732, sulle alture di Scala, per venire incontro alle esigenze delle popolazioni più disagiate e prive di aiuti spirituali, dedicano la loro missione al Cristo, unendo il  proprio apostolato a tale finalità.

Il ricordo che si celebra in questa domenica, è letto nella sua più intima natura, intesa come universalità redentiva e non solo come evento storico.

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Redimere è salvare e dare la vita e questo è il senso proprio della festività, inquadrata nel grande disegno di amore del Padre per l'umanità.

Leggendo il proprio dell'istituto all'ufficio della letture del giorno è offerto un passo tratto della Lumen gentium (n. 2, 3, 7), il quale sottolinea che: ”L'eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l'universo; decise di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina; dopo la loro caduta in Adamo non li abbandonò, ma sempre prestò loro gli aiuti per salvarsi, in considerazione di Cristo redentore, « il quale è l'immagine dell'invisibile Dio, generato prima di ogni creatura » (Col 1,15). Tutti infatti quelli che ha scelto, il Padre fino dall'eternità « li ha distinti e li ha predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli » (Rm 8,29).

È venuto quindi il Figlio, mandato dal Padre, il quale ci ha scelti in lui prima della fondazione del mondo e ci ha predestinati ad essere adottati in figli, perché in lui volle accentrare tutte le cose (cfr. Ef 1,4-5 e 10). Perciò Cristo, per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il regno dei cieli e ci ha rivelato il mistero di lui, e con la sua obbedienza ha operato la redenzione.

La Chiesa, ossia il regno di Cristo già presente in mistero, per la potenza di Dio cresce visibilmente nel mondo. Questo inizio e questa crescita sono significati dal sangue e dall'acqua, che uscirono dal costato aperto di Gesù crocifisso (cfr. Gv 19,34), e sono preannunziati dalle parole del Signore circa la sua morte in croce: « Ed io, quando sarò levato in alto da terra, tutti attirerò a me » (Gv 12,32). Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato (cfr. 1 Cor 5,7), viene celebrato sull'altare, si rinnova l'opera della nostra redenzione. E insieme, col sacramento del pane eucaristico, viene rappresentata ed effettuata l'unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo (cfr. 1 Cor 10,17). Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo; da lui veniamo, per mezzo suo viviamo, a lui siamo diretti.

Il Figlio di Dio, unendo a sé la natura umana e vincendo la morte con la sua morte e resurrezione, ha redento l'uomo e l'ha trasformato in una nuova creatura (cfr. Gal 6,15; 2 Cor 5,17). Comunicando infatti il suo Spirito, costituisce misticamente come suo corpo i suoi fratelli, che raccoglie da tutte le genti.

Capo di questo corpo è Cristo. Egli è l'immagine dell'invisibile Dio, e in lui tutto è stato creato. Egli è anteriore a tutti, e tutte le cose sussistono in lui. È il capo del corpo, che è la Chiesa. È il principio, il primo nato di tra i morti, affinché abbia il primato in tutto (cfr. Col 1,15-18). Con la grandezza della sua potenza domina sulle cose celesti e terrestri, e con la sua perfezione e azione sovrana riempie delle ricchezze della sua gloria tutto il suo corpo (cfr. Ef 1,18-23)”.

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I Redentoristi, celebrando oggi questa solennità, rivivono il mistero della salvezza del mondo, che Sant'Alfonso ha voluto imprimere, a chiare lettere, nella spiritualità della propria famiglia religiosa.