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Terra Santa, la Comunità Papa Giovanni XXIII apre una casa-famiglia per i migranti

 L’Amministratore apostolico del Patriarcato Latino della Città Santa, il francescano Pierbattista Pizzaballa |  | Comunità Papa Giovanni XXIII L’Amministratore apostolico del Patriarcato Latino della Città Santa, il francescano Pierbattista Pizzaballa | | Comunità Papa Giovanni XXIII

A Gerusalemme è nata una nuova casa-famiglia per i figli dei migranti. La bella iniziativa è opera della Comunità Papa Giovanni XXIII in Terra Santa.

“Per noi è estremamente significativo aprirci all’accoglienza dei più poveri proprio nella terra di Gesù, che dei poveri è stato amico”, spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità di Don Benzi.

Al taglio del nastro presente l’Amministratore apostolico del Patriarcato Latino della Città Santa, il francescano Pierbattista Pizzaballa, accompagnato dal Vicario Padre Rafic Nahra e dall’ex Vicario Padre David Neuhaus, che hanno fortemente voluto il progetto.

Spiega Antonio de Filippis, responsabile del progetto per la Comunità Papa Giovanni XXIII: “Il vicariato di San Giacomo è nato da un gruppo di ebrei convertiti al cattolicesimo e si è poi arricchito con l’arrivo di molti migranti, che non parlano l’arabo: dunque siamo qui in Israele a fare Chiesa con la minoranza cattolica di lingua ebraica. È un’importante esperienza di identità israeliana, che ci aiuta come cattolici nel recupero delle interpretazioni ebraiche dell’antico testamento. Gioiamo dell’incontro silenzioso fra due identità, una Chiesa discreta che su 4 parrocchie promuove l’incontro”.

 

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