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Ucraina: Papa Francesco e Kirill in videoconferenza: "La guerra non è mai la strada"

La Santa Sede: la conversazione ha avuto al suo centro la guerra in Ucraina e il ruolo dei cristiani e dei loro pastori nel fare di tutto perché prevalga la pac

La videoconferenza del Papa e Kirill |  | Vatican Media
La videoconferenza del Papa e Kirill | | Vatican Media
Il Papa e Kirill nell'incontro a Cuba |  | Vatican Media
Il Papa e Kirill nell'incontro a Cuba | | Vatican Media

Oggi Papa Francesco e il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill hanno auto un colloquio in videoconferenza. La notizia è stata diffusa dal Patriarcato moscovita attraverso una nota ufficiale.

Insieme al Papa e a Kirill hanno partecipato il Metropolita Hilarion ed il Cardinale Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani.

Secondo la nota della Chiesa Ortodossa Russa Kirill “ha salutato cordialmente Papa, esprimendo soddisfazione per la possibilità di organizzare un colloquio. Ha avuto luogo una discussione dettagliata della situazione ucraina. Particolare attenzione è stata rivolta agli aspetti umanitari dell'attuale crisi e alle azioni della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa cattolica romana per superarne le conseguenze. Le parti hanno sottolineato l'eccezionale importanza del processo negoziale in corso, esprimendo la loro speranza per il raggiungimento al più presto di una pace giusta. Papa Francesco e il Patriarca Kirill hanno discusso anche di alcune questioni attuali della cooperazione bilaterale”.

Il Papa e Kirill si sono incontrati a Ciba nel febbraio 2016: si trattò del primo incontro tra un Papa e un Patriarca di Mosca.

Dopo la comunicazione del Patriarcato di Mosca è giunta anche la nota della Santa Sede.

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“Il colloquio – ha precisato Matteo Bruni, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede - ha avuto al suo centro la guerra in Ucraina e il ruolo dei cristiani e dei loro pastori nel fare di tutto perché prevalga la pace. Papa Francesco ha ringraziato il Patriarca per questo incontro, motivato dalla volontà di indicare, come pastori del loro popolo, una strada per la pace, di pregare per il dono della pace, perché cessi il fuoco. La Chiesa – il Papa ha convenuto con il Patriarca - non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù. Siamo pastori dello stesso Santo Popolo che crede in Dio, nella Santissima Trinità, nella Santa Madre di Dio: per questo dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare la pace, di aiutare chi soffre, di cercare vie di pace, per fermare il fuoco. Entrambi hanno sottolineato l'eccezionale importanza del processo negoziale in corso perché, ha detto il Papa: Chi paga il conto della guerra è la gente, sono i soldati russi ed è la gente che viene bombardata e muore. Come pastori – ha continuato il Papa - abbiamo il dovere di stare vicino e aiutare tutte le persone che soffrono per la guerra. Un tempo si parlava anche nelle nostre Chiese di guerra santa o di guerra giusta. Oggi non si può parlare così. Si è sviluppata la coscienza cristiana della importanza della pace. E, convenendo con il Patriarca quanto le Chiese sono chiamate a contribuire a rafforzare la pace e la giustizia. Papa Francesco concludeva: Le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. Lo Spirito che ci unisce ci chiede come pastori di aiutare i popoli che soffrono per la guerra".

 

 

Articolo aggiornato alle ore 18.20 del 16-03-2022