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Un giorno al Dispensario di Santa Marta*

Un foto di archivio: Paolo VI al Dispensario di Santa Marta  |  | Dispensario di Santa Marta Un foto di archivio: Paolo VI al Dispensario di Santa Marta | | Dispensario di Santa Marta

Capita che un sabato pomeriggio di giugno entri nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano e ti sorprendi. Sei avvolto dai volti neri e dagli sguardi inca, dai sorrisi slavi e dalle battute romanesche. Una dozzina di bambini ricevono il battesimo. Con loro famiglie, amici, catechisti.

Chi ha riunito tutto il mondo intorno a quell’altare? L’amore dei volontari del Dispensario di Santa Marta in Vaticano, al servizio dei bambini da 90 anni. Perché l’annuncio della fede passa per i bambini, e da loro arriva ai genitori.

Come Vivien, africana, trent’anni, tre figli e una storia di dolore alle spalle. Il padre dei figli non si vede in chiesa, ma lei ha ricevuto il battesimo insieme a un figlio, ha ricevuto la cresima ha fatta la sua prima comunione. Piange, abbraccia tutti e alla fine della messa canta con le note della sua terra un grazie alla Madonna. Si è sempre sentita cristiana, ma non era mai riuscita ad arrivare al battesimo.

Tra madri, padri e bambini, discreti i volti dei volontari. Hanno accompagnato a questo giorno i genitori, come accompagnano i bambini che ogni giorno arrivano al Dispensario.

É l’8 maggio del 1922 quando Pio XI affida alle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli il compito di assistere i bambini poveri di Roma. I locali del Dispensario sono dentro le mura di quello che sarà il nuovo stato. É il dopo guerra, poi arriva la II Guerra Mondiale, a Roma c’è fame, tanta fame. In un nota del 1944 di Giovanni Battista Montini si legge “a Dispensario dieci scatole di 27 chilogrammi ciascuna di latte in polvere da parte del Santo Padre: purtroppo non è dato disporre di maggior quantità.”

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Passa la guerra, il dopo guerra, e anche nel periodo del boom ci sono tanti disoccupati. I vecchi locali del Dispensario vengono abbattuti per costruire l’Aula Nervi, ma si trova sempre un luogo per assistere i bambini. Quasi tredicimila negli ultimi cinquant’anni.

A fine anni ’80 arrivano i laici, le suore sono sempre di meno e la comunità si occupa anche del servizio alla Domus Sanctae Marthae. Il 3 luglio del 2008 Benedetto XVI decide che il Dispensario diventi Fondazione sotto la protezione del Papa. Ratzinger va a trovare i bambini nel giorno della Festa della Santa Famiglia del 2005. Perché a questo serve il Dispensario: aiutare le famiglie attraverso i bambini perché in loro, “Gesù bussa alla porta del nostro cuore, domanda di fargli spazio nella nostra vita- dice Benedetto XVI alle famiglie, le suore,i volontari- Dio è così: non si impone, non entra mai con la forza ma, come un bambino, chiede di essere accolto.”

Dai poveri romani agli immigrati che cercano stabilità il passaggio è epocale.

A guidare la famiglia oggi c’è suor Antonietta. “ Come presentazione chiediamo solo una lettera del parroco che ci racconti la situazione familiare, anche se non sono cattolici o cristiani, l’atto di nascita e la cartella clinica del bambino. Assistiamo tutti. Poi creiamo una scheda per i medici che lavorano qui come volontari.” E così i bambini vengono seguiti nello svezzamento, nei primi anni e con loro le mamme che spesso sono sole. Per questo c’è anche un servizio ginecologico. Alcune di loro hanno bisogno di tutto, soprattutto di amore. “Alcune hanno vite  da romanzo- dice suor Antonietta- la loro unica forza è nei figli. Ed è questa la strada per creare a volte una famiglia.”

Sostegno medico, assistenza per chi ha bisogno, anche grazie al Banco Alimentare, medicine, medici ecografi, e anche dentisti, psicologi perché le difficoltà sono di tanti tipi.Tutti sono volontari. In tutto una cinquantina di persone.

Valentina è volontaria al Dispensario da quando aveva 14 anni. Ora è moglie e mamma, ma continua ad essere presente: “per un periodo aiutavamo anche i bambini a studiare e li facevamo giocare. Insomma si fa quello che serve. Nel primo colloquio si capisce cosa possiamo fare. Alcune famiglie vengono seguite attraverso le generazioni. Ma la cosa più bella è stato il catechismo.”

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Un avviso in bacheca per tutte le mamme: si inizia la preparazione al battesimo. Valentina insegna catechismo ai bambini e anche a qualche mamma. Un esperimento riuscito e che proseguirà: “ ho detto alle mamme che vorrei continuare a fare incontri con loro anche dopo il battesimo, insomma seguire la loro formazione di fede. Le famiglie sono interessate e si vede che ne hanno bisogno.”

Tutta la famiglia e le famiglie del Dispensario si riuniscono a Pasqua, a Natale, per qualche incontro a fine anno con preghiera comune e la testimonianza della benedizione dei bambini. La bontà delle persone è la vera forza del Dispensario. I locali sono piccoli ma pieni di colori, giochi, disegni e di amore, che rende possibile il miracolo dell’accoglienza.

Suor Antonietta ha sempre un sorriso per tutti, è la mamma non solo i bambini ma anche dei volontari, ha reso famiglia il dispensario.

I racconti di vita e di fede si intrecciano “ ma noi non chiediamo mai troppo” dicono al Dispensario “ vogliamo solo che si senta l’amore per i bambini”.

Nelle foto di famiglia vedi Paolo VI che distribuisce i pasti, e anche un giovane don Alfred Xuereb, segretario di Benedetto XVI e di Francesco, che per anni è stato guida spirituale del dispensario. “Ormai lo vediamo poco” dice Xavier, uno dei volontari storici, con un po’ di nostalgia.

Il 14 dicembre 2013, Papa Francesco ha visitato il Dispensario, successivamente, ha ricevuto in Aula Paolo VI le famiglie dei bambini assistiti assieme a quelle dei volontari.

* articolo pubblicato su CREDERE nel Luglio 2013