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Una reliquia di San Gennaro per l’Ucraina

Dopo che il sangue del santo si è sciolto nelle mani di Beatitudine Shevchuk lo scorso novembre, il Cardinale Sepe ha deciso di fare un dono alla Chiesa Greco Cattolica Ucraina

Reliquia di San Gennaro | Padre Andriy Soletskyi, rappresentante dell'arcivescovo maggiore Shevchuk, con il Cardinale Sepe al momento della consegna della reliquia di San Gennaro | Segretariato dell'Arcivescovo Maggiore Reliquia di San Gennaro | Padre Andriy Soletskyi, rappresentante dell'arcivescovo maggiore Shevchuk, con il Cardinale Sepe al momento della consegna della reliquia di San Gennaro | Segretariato dell'Arcivescovo Maggiore

Il sangue di San Gennaro si era sciolto per l’Ucraina. E ora una reliquia di San Gennaro, presa direttamente dalla teca che le conserva nella cappella del Duomo, è stata donata all’Ucraina. Napoli e Kiev restano unite, così, in maniera inscindibile.

La reliquia è stata consegnata lo scorso 28 giugno dal Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, a padre Andriy Soletskyi, che rappresentava l’Arcivescovo Maggiore Sviatoslav Shevchuk.

“Il dono della reliquia di San Gennaro alla Chiesa Greco Cattolica Ucraina – ha detto il Cardinale Sepe – è un segno della vicinanza della Chiesa di Napoli a tutto il popolo ucraino e della nostra solidarietà nei vostri confronti in questo difficile momento di sfide da superare”.

Quella che è stata dalla Chiesa Greco Cattolica Ucraina è un frammento di ossa. Padre Soletskyi ha espresso gratitudine al Cardinale per “il dono più prezioso che la Chiesa di Napoli condivide con la Chiesa Greco Cattolica Ucraina”, e ha presentato l’album fotografico “Chastened for Truth”, che racconta il periodo delle catacombe della Chiesa Greco Cattolica Ucraina durante il periodo dell’Unione Sovietica.

Perché questo dono? La storia comincia a novembre: l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevhcuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, è andato a Napoli per la commemorazione annuale dell’holodomor, lo stermino per fame della popolazione ucraina voluto da Stalin in persona, che causò tra i 4,5 e i 7 milioni di vittime. Il 18 novembre, l’arcivescovo maggiore Shevchuk ha celebrato la Divina Liturgia nel Duomo di Napoli e il Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo della città, ha esposto per l’occasione la reliquia più importante: l’ampolla con il sangue di San Gennaro.

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Il sangue di San Gennaro appare grumoso e si liquefà in tre occasioni: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre, festa di San Gennaro e il 16 dicembre. In generale, si sa che si scioglie in queste occasioni perché la reliquia viene esposta. Ma non si sa in quante altre occasioni il sangue si sciolga.

Spesso, in caso di eventi importanti, la reliquia viene esposta. Fu fatto per la visita di Papa Francesco, nelle cui mani il sangue si era sciolto. Ed è stato fatto con l’arcivescovo maggiore Shevchuk. Anche nelle sue mani il sangue si è sciolto.

Lo attestarono i responsabili stessi delle reliquie. “Dobbiamo darvi un messaggio importante – dissero - è successo un miracolo: il sangue di San Gennaro è diventato liquido nelle mani di Sua Beatitudine Sviatoslav”. L’arcivescovo maggiore aveva poi benedetto i fedeli con la reliquia.

Successivamente, l’arcivescovo maggiore Shevchuk ha dichiarato che “durante la processione liturgica, mentre portavo con soggezione le reliquie di San Gennaro, io pregavo per la protezione del popolo ucraino e la fine della guerra in Ucraina.

Da qui, la decisione del Cardinale Sepe di donare una reliquia di San Gennaro alla Chiesa Greco – Cattolica Ucraina. È stato avviato il processo per le autorizzazioni necessarie.

Reliquie, tesoro e cappella di San Gennaro sono gestite dalla Deputazione, un organismo laico formato da discendenti delle famiglie nobili della città. Negli scorsi anni, il rinnovo dello statuto della Deputazione aveva creato tensioni, perché l’organismo, nato nel 1601, veniva con il nuovo Statuto considerato una fabbriceria, ente composto anche da personale ecclesiastico, e dunque includeva quattro membri della Curia diocesana.

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Un affronto per le famiglie che da sempre custodiscono San Gennaro, che vedevano nel rinnovo dello Statuto del 1894 un attentato all’autonomia.

Il tema è stato poi risolto con una mediazione e la Deputazione mantiene orgogliosamente la sua responsabilità su reliquie, tesoro e cappella. In fondo, gli stessi Papi, anche Pio XI nel 1927, hanno riconosciuto la proprietà laicale del complesso del Tesoro di San Gennaro.

Le reliquie di san Gennaro sono affidate alla deputazione dal 1646, insieme alle gioie e agli argenti, consegnate dal re perché fossero collocati in questa nuova Cappella del Tesoro. È bene ricordare che il famoso busto di San Gennaro e la teca con il sangue di San Gennaro più le cose precedenti al 1646 sono di proprietà della Cattedrale, date in consegna per la custodia alla deputazione perché le conservasse nella famosa cappella.

La prima notizia scritta della teca con il sangue è del 1389, e il busto di San Gennaro è del 1305, fatto fare da Carlo II d’Angiò. Da lì, il 28 giugno, è stata presa un reliquia e consegnata alla segreteria dell’arcivescovo maggiore. A Roma per l’incontro del Sinodo con Papa Francesco, Shevchuk ha ricevuto la reliquia e la ha portata in Ucraina.