Advertisement

Venezuela, la Santa Sede si dice "preoccupata" e chiede di scongiurare la violenza

Crisi in Venezuela | Una immagine proveniente dal Venezuela  | dalla pagina Facebook - Voluntad Popular Crisi in Venezuela | Una immagine proveniente dal Venezuela | dalla pagina Facebook - Voluntad Popular

Crisi Venezuelana, la Santa Sede esprime "profonda preoccupazione" per la "radicalizzazione e l'aggravamento della crisi" e chiede di "scongiurare ogni forma di violenza", si legge in un comunicato diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana.

"La Santa Sede - si legge nel comunicato - esprime nuovamente la sua profonda preoccupazione per la radicalizzazione e l’aggravamento della crisi nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, con l’aumento dei morti, dei feriti e dei detenuti".

Il comunicato sottolinea che "il Santo Padre, direttamente e tramite la Segreteria di Stato, segue da vicino tale situazione e i suoi risvolti umanitari, sociali, politici, economici ed anche spirituali e assicura la sua costante preghiera per il Paese e tutti i venezuelani, mentre invita i fedeli di tutto il mondo a pregare intensamente per questa intenzione".

"In pari tempo - si legge ancora - la Santa Sede chiede a tutti gli attori politici, ed in particolare al Governo, che venga assicurato il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché della vigente Costituzione; si evitino o si sospendano le iniziative in corso come la nuova Costituente che, anziché favorire la riconciliazione e la pace, fomentano un clima di tensione e di scontro e ipotecano il futuro; si creino le condizioni per una soluzione negoziata in linea con le indicazioni espresse nella lettera della Segreteria di Stato del 1° dicembre 2016, tenendo presenti le gravi sofferenze del popolo per le difficoltà a procurarsi il cibo e le medicine, e per la mancanza di sicurezza".

Il testo si conclude con "un accorato appello all’intera società affinché venga scongiurata ogni forma di violenza, invitando, in particolare, le Forze di sicurezza ad astenersi dall’uso eccessivo e sproporzionato della forza".

Advertisement

È del 3 agosto la dichiarazione sulla crisi umanitaria del Venezuela della Rete Latinoamericana dei Caraibi di migrazioni, rifugiati e tratta di persone (CLAMOR). Il CLAMOR ha espresso solidarietà al popolo venezuelano che soffre “la carestia di alimenti e medicine, il collasso dei servizi pubblici, l’inflazione più alta del mondo, la violenza sfrenata e le gravi violazioni dei diritti umani che ha lasciato una scia di centinaia di morti”.

CLAMOR sottolinea che il rapporto della Fondazione “Asylium Access” della commissione interamericana dei diritti umani quantifica in 2 milioni e mezzo il numero di emigrati dal Venezuela negli ultimi due anni e mezzo, e denuncia che in molti Paesi di transito o di ricezione i venezuelani sono vittime della tratta ed è sempre “sempre più frequente vedere nelle strade venezuelani, indigenti o venditori ambulanti”.

 

CLAMOR ha lanciato anche un forte appello a governi e persone di buona volontà affinché diano una risposta umana, giusta e fraterna e non siano indifferenti di fronte “al grido del popolo sofferente del Venezuela”. “Preghiamo – scrive CLAMOR – perché la crisi umanitaria che colpisce il Venezuela sia sconfitta e perché questa nazione fraterna possa percorrere il cammino della pace frutto della giustizia sociale, la libertà e lo sviluppo umano integrale”.