In Ucraina, il coronavirus ha per ora colpito 94 persone, e una persona è morta. Il primo caso è stato individuato lo scorso 3 marzo, e pochissimo dopo il governo ucraino ha deciso la chiusura delle frontiere. Ma l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo e padre della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, già guarda oltre, alla possibile diffusione estensiva della pandemia. E chiede ai suoi compatrioti di non stigmatizzare quanti sono contagiati dal COVID-19.
In una udienza con Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, Papa Francesco ha assicurato costante preghiera e attenzione per la ricerca di una autentica pace in Ucraina, e sottolineato che “non le tregue temporanee, ma la volontà reale dell’ascolto e del dialogo renderanno possibile la pace”.
Il nodo è sempre quello: il primato petrino. Dal documento di Ravenna del 2007, cattolici e ortodossi riuniti congiuntamente hanno riconosciuto che la Chiesa di Roma aveva un primato sulle altre Chiese. Ma il dialogo teologico si è fermato su “come” questo primato dovesse essere esercitato. Ed è proprio quello uno dei nodi principali sul cammino della piena unità. Un nodo che potrebbe essere risolto guardando alle Chiese cattoliche di rito bizantino.
L’holodomor è il “genocidio per fame” attuato negli anni Trenta del secolo scorso contro il popolo ucraino su ordine di Stalin. Mentre tutti lo negavano, una voce si levò in Europa per denunciarlo e portare aiuti: era quella del Cardinale Theodor Innitzer, arcivescovo di Vienna. Durante un viaggio in Austria, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha ricordato la figura del Cardinale Innitizer. E ha consegnato al suo successore, il cardinale Christoph Schoenborn, la medaglia Andriy Sheptytsky, il più alto riconoscimento della Chiesa Greco Cattolica Ucraina stabilito dalla plenaria del sinodo che si è riunito a settembre 2018.
È un dono fortemente simbolico, quello che l’arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina Sviatoslav Shevchuk ha fatto al Patriarca Bartolomeo I: una copia della Bibbia di Halych. Perché in quella Bibbia è racchiusa storia, identità e rivendicazioni della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, e in generale di tutti i fedeli che sono in Ucraina.
L’Ucraina aspetta Papa Francesco, ma non significa che un viaggio di Papa Francesco sarà fatto a breve. Di certo, però, la Chiesa Greco Cattolica Ucraina è una Chiesa viva, globale sebbene radicata in Ucraina, e sente una doppia missione: quella ecumenica nei confronti dei fratelli ortodossi e quella nei confronti dei fratelli di rito latino nella Chiesa Cattolica.
È stato il giorno del Cardinale Pietro Parolin al Sinodo Greco Cattolico Ucraino. Il segretario di Stato vaticano ha preso la parola, ha ricordato il suo viaggio in Ucraina del 2016, ha ribadito la sua solidarietà per la guerra (e usa il termine guerra) che si vive in Ucraina e segnalato le linee guida della Chiesa per le quattro sfide che definisce fondamentali: evangelizzazione, società, impegno per la pace ed ecumenismo.
San Giovanni Paolo II sarà proposto ufficialmente come patrono della riconciliazione ucraino – polacca. Lo sottolinea il documento “In amore e verità”, firmato congiuntamente nel santuario mariano di Jasna Gora dall’arcivescovo Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, e dall’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina.
Il sangue di San Gennaro si era sciolto per l’Ucraina. E ora una reliquia di San Gennaro, presa direttamente dalla teca che le conserva nella cappella del Duomo, è stata donata all’Ucraina. Napoli e Kiev restano unite, così, in maniera inscindibile.
Catalizzatori di dialogo e di unità. Al termine di due giorni di incontro interdicasteriale presieduto da Papa Francesco, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, stabilisce in questa formula la missione della più grande delle Chiese sui iuris.
Sarà un incontro pastorale, ecumenico e diplomatico al tempo stesso, che metterà sul tavolo non solo i problemi della popolazione, ormai esausta dopo sei anni di conflitto, ma anche quelli legati al ruolo che la Chiesa può avere nella società: si comincia a delineare l’incontro di Papa Francesco con il Sinodo permanente e i metropoliti della Chiesa Greco Cattolica Ucraina.
Le vicende politiche dell’ Ucraina si intrecciano necessariamente con la religione.
Un Papa emerito molto lucido, informato sulla situazione dell’Ucraina, interessato agli sviluppi ecumenici: Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha trovato così Benedetto XVI, in un incontro che ha avuto con lui il 26 febbraio, nel monastero Mater Ecclesiae, dove il Papa emerito risiede.
La Cattedrale di Santa Sofia a Kiev è oggi utilizzata come museo, e raramente per funzioni liturgiche. L’ultima volta, lo scorso 3 febbraio, fu teatro della celebrazione di inizio ministero del primate Epifaniy della “Santa Chiesa di Ucraina,”, così come viene chiamata la nuova Chiesa ortodossa autocefala ucraina che sta causando molto dibattito. Il prossimo 7 aprile, però, vi avrà luogo una celebrazione che ha un significato simbolico particolare: la Chiesa Greco Cattolica Ucraina vi celebrerà nel giorno della Festa dell’Annunciazione, secondo il calendario giuliano.
Ritrovare le radici, per guardare al futuro con maggiore consapevolezza. E farlo ora, quando in Ucraina anche la Chiesa ortodossa locale punta ad avere una propria autocefalia, ed è necessario rendere più coesa la nazione. C’è tutto questo dietro la presentazione del facsimile della Bibbia di Halych da parte dell’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.
Sono passati 85 anni da quando una grande carestia “artificiale” provocò la morte di almeno 7 milioni di persone in Ucraina. Lo chiamano “holodomor”, letteralmente “infliggere la morte mediante la fame”. E sarà a Napoli, con una “divina liturgia da requiem”, che il prossimo 18 novembre l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, commemorerà quello che gli ucraini definiscono a tutti gli effetti come “genocidio”.
“Signore, perché hai fatto risorgere il mio popolo?” Era questa la domanda che l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, si poneva mentre meditava i misteri di Pasqua. E proprio in quel periodo nasceva in don Paolo Asolan, preside del Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis della Pontificia Università Lateranense, l’idea di scrivere un libro intervista con lui.
Una Chiesa che lotta per interessi geopolitici non è giovane, mentre lo è – e i giovani la vogliono – una Chiesa Maestra, che sia guida nei valori e cammini a fianco ai giovani. Nel suo secondo intervento al Sinodo dei Vescovi, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, racconta aspettative e domande dei giovani di Ucraina.
La situazione in Ucraina, il tema della riconciliazione, con particolare riferimento al percorso di riconciliazione polacco-ortodossa, e anche il tema dell’uniatismo: sono questi i temi dell’incontro tra Papa Francesco e l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk della Chiesa Greco Cattolico Ucraina.
La Chiesa Greco Cattolica? Una Chiesa “purificata come l’oro nel crogiolo della sofferenza”, segno di speranza per una Ucraina libera, che lotta contro l’aggressione e sanguine a causa della Guerra nelle zone orientali, ma costruisce il suo futuro tra nazioni libere e sovrane”.