Esiste una radicalizzazione dei musulmani in Europa? E come questa questione viene affrontata in seno alle comunità musulmane? Come è possibile promuovere una cultura del dialogo tra cristiani e musulmani? Insomma quali sono i dinamismi culturali e religiosi dei musulmani del continente? Sono queste alcune delle questioni su cui si confronteranno i vescovi e delegati per le relazioni con i musulmani delle Conferenze episcopali d’Europa.
La parola chiave è libertà. Una libertà per denunciare violenza e oppressione, per salvare i migranti del Mediterraneo, che vada altre i pregiudizi. Ma anche la libertà che definisce la Creazione come un dono sacro, in vista degli incontri di Parigi per il cambiamento climatico a dicembre. C’è tutto questo nel messaggio congiunto del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee e della Conferenza delle Chiese Europee. Due organismi che vanno molto al di là dell’Europa comunitaria, e abbracciano un arco di nazioni che va “dal Pacifico all’Atlantico,” sottolinea il Cardinal Petr Erdo, presidente del Consiglio. Due organismi che insieme racchiudono tutte le confessioni cristiane del continente, che si sono messe insieme “Per una Europa di Libertà.”
“Oggi le Chiese e le Comunità ecclesiali in Europa si trovano ad affrontare sfide nuove e decisive, alle quali possono dare risposte efficaci solo parlando con una voce sola.” Papa Francesco lo ha ricordato nel su discorso della mattina al Comitato congiunto della Conferenza della Chiese europee (CEC) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’ Europa (CCEE).
Circa i “matrimoni misti tra cattolici e ortodossi”, “esistono sfide e problemi a causa delle diversità nel modo di concepire il matrimonio e la sua sacramentalità; ma bisogna accompagnare le coppie in un cammino di fede, perché le differenze non conducano a un relativismo e un’indifferenza religiosa”, anzi siano “un’autentica esperienza di dialogo ecumenico”. In discussione anche i temi dell’“economia globalizzata che non ha cura né attenzione per i poveri né per i giovani”, delle “migrazioni”, “una grande sfida” che esige attenzione e quelli legati alla “pastorale della famiglia, che non può essere una pastorale di massa ma piuttosto una pastorale di vicinanza e di contatti personali”.
Un messaggio congiunto di tutte le Chiese europee per la Giornata Mondiale dei Rom, perché le comunità diventino sempre più aperte nei confronti dei Rom, che sono “spesso esclusi e vivono in povertà ai margini della società.”