Un'indagine condotta recentemente tra le Conferenze Episcopali europee rivela che la Chiesa in Europa ha risposto in maniera positiva ai bisogni urgenti di rifugiati e migranti, così come all'appello del Santo Padre ad accogliere i rifugiati. L'assistenza offerta include la cura immediata di coloro che si trovano maggiormente nel bisogno e azioni di lungo termine volte a facilitare l'integrazione in Europa.
L’incontro con i rifugiati in Giordania e quanti soffrono del clima di conflitto e d’instabilità̀ politica ed economica della regione sarà al centro della visita che quest’anno compirà il Coordinamento Terra Santa (HLC2016), il gruppo di vescovi europei, nord-americani e sud-africani, che dagli anni novanta ogni anno visita le varie comunità cristiane presenti in Terra Santa.
I Presidenti di tutte le istanze continentali delle Conferenze episcopali hanno lanciato un appello impellente alle parti negozianti e ai capi di Stato impegnati il prossimo dicembre alla COP 21 di Parigi a lavorare per il raggiungimento di un nuovo accordo internazionale sul clima. L'appello sostiene l'importanza dell'Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco. I firmatari si uniscono “al Santo Padre nell’implorare un grande passo avanti a Parigi, per un accordo globale e generatore di un vero cambiamento sostenuto da tutti”.
Nel giugno 2014 si è svolta a Minsk, in Bielorussia, la quarta edizione del Forum Europeo Cattolico-Ortodosso. I lavori sono stati guidati dal metropolita Gennadios di Sassima del Patriarcato Ecumenico e dal cardinale Péter Erdő presidente del Consilium Conferentiarum Episcoporum Europae, accolti dal metropolita Pavel di Minsk e Sluzk e dall’arcivescovo di Minsk-Molihev, Tadeusz Kondrusiewicz. In quell’occasione i delegati delle Conferenze episcopali cattoliche e delle Chiese ortodosse in Europa hanno affrontato il tema: Religione e diversità culturale: sfide per le Chiese cristiane in Europa.
“L'orrore degli attacchi terroristici a Parigi e allo Stade de France, la sera del 13 novembre, che hanno causato molte vittime e feriti molti altri, hanno gettato nel lutto l'intera umanità.”
“Le ideologie tentano oggi di togliere all’Europa i suoi valori e di dividerla tra fautori e oppositori di modelli costruiti non sulla narrazione della storia comune europea, ma a tavolino.” E' uno dei passaggi del testo di riflessione della Commissione CCEE Caritas in Veritate nel giorno di San Martino, all’inizio delle celebrazioni dei 1700 anni della sua nascita.
"L'Europa è in crescita verso la maturità?». Questa è la domanda principale indirizzata da don Michel Remery, Vice Segretario generale del CCEE, ad un numero significativo di leader olandesi di circa 40 organizzazioni cattoliche (VKMO) impegnate nel sociale. Per don Remery, "la situazione dei rifugiati in Europa e le difficoltà nel capire cosa bisogna fare ci fanno pensare. Questo vale anche per le parole di Papa Francesco, che ha parlato di 'un’Europa nonna, che non è più fertile e vivace".
Si chiude con un messaggio di due pagine la plenaria dei vescovi europei del Consiglio delle Conferenze Episcopali, che si sono riuniti in plenaria in Terrasanta dall’11 al 16 settembre. Una plenaria con il duplice obiettivo di tornare lì dove tutto è cominciato, per dare solidarietà ai cristiani perseguitati in Medio Oriente e trovare anche nuova linfa per l’impegno nella vecchia Europa.
Sono 47, servono 33 mila studenti e sono tra le migliori del Paese. Eppure, il taglio di fondi del governo israeliano ne sta mettendo seriamente a rischio l’esistenza. Da tempo, le scuole cristiane in Israele portano avanti una difficile trattativa per ottenere quello che spetta loro per legge: ovvero i fondi governativi per le scuole cosiddette “speciali,” che permetterebbero alle famiglie di pagare una retta sostenibile. Ma lo Stato israeliano, dal 2009, ha progressivamente diminuito la torta per le scuole cristiane, mentre non ha fatto lo stesso per le scuole di altre confessioni religiose. “Non vogliamo aiuti di Stato, vogliamo eguaglianza,” è lo slogan della manifestazione.
Mil’iya significa “il punto più alto delle montagne.” È un piccolo villaggio a circa un’ora di viaggio dalla Domus Galileae, tra strade in salita e rocce e deserto. È qui che i vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee vengono a chiudere la giornata di domenica. Perché qui c’è una comunità greco melkita, solidissima da oltre 600 anni, isolata sulle montagne. Sono comunità antiche, di arabi israeliani, fieri della loro autonomia che ha permesso loro fin d’ora di non svolgere nemmeno il servizio militare. Festeggiano l’esaltazione della Croce. Ed è una festa cui partecipano oltre 5 mila persone.
Arrivano già dal pomeriggio le famiglie che partecipano alla veglia di preghiera per la famiglia a Nazareth. Si riuniscono in sit in spontanei, continuando una protesta per il taglio di fondi alle scuole cristiane che ha interessato anche il recente incontro di Papa Francesco con il presidente Revlin. Ma soprattutto, vanno a pregare, si preparano ad una veglia di preghiera con i vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. Oggi è il giorno in cui la plenaria itinerante dei vescovi europei tocca Cafarnao, e poi Nazareth. Pietro e Maria. Alla ricerca delle radici della Chiesa e delle radici d’Europa.
“Vi trovate a riflettere sulla vita della Chiesa nei vostri Paesi, prego affinché il tempo trascorso insieme sia innanzitutto un tempo forte di preghiera e solidarietà”. Papa Francesco invia un messaggio ai vescovi europei, riuniti in Terra Santa fino al prossimo 16 settembre per i lavori del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) e invia gli “auguri” e il “saluto fraterno”.
E‘ una realtà poco conosciuta, eppure molto presente anche nell’opulenta Europa, quella dei sacerdoti che non riescono a giungere alla fine del mese! La mancanza di fondi della propria diocesi e la continua diminuzione delle offerte che giungono dai organismi internazionali di solidarietà provati anche loro dalle ristrettezze economiche che l’Europa attraversa da qualche anno, fanno sì che le poche risorse che giungono, servono giustamente a mantenere in vita le numerose opere caritative a beneficio del crescente numero di famiglie bisognose.l mese!
L’emergenza immigrazione è al centro delle attenzione del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. A ribadirlo, alla Radio Vaticana, è Padre Luis Okulik, segretario della Commissione Caritas in Veritate del Ccee.
“Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE), attraverso la sezione "Salvaguardia del Creato" della sua Commissione Caritas in Veritate, si unisce all'iniziativa del Santo Padre Francesco di celebrare una Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato insieme con i fratelli Ortodossi.” Un messaggio diffuso oggi alla vigilia della prima giornata voluta da Papa Francesco come preghiera comune.
“Scegliendo la Terra Santa come luogo dello loro prossimo incontro, i presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa intendono compiere un pellegrinaggio alle radici stesse dell’Europa e della cultura europea”. Un segno, insomma, ma non solo. “Al centro dei lavori - spiegano dal Ceee - ci sarà la figura di Gesù Cristo, insieme all’ascolto ed alla condivisione delle sfide della Chiesa in Europa”.
“Siamo vicini al nostro popolo.” Con una lettera spedita alla Commissione Europea, alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario internazionale, i vescovi Franghiskos Papamanolis e Nikolaos Printezis, rispettivamente numero 1 e 2 della Conferenza Episcopale greca prendono la parola per chiedere attenzione per il popolo che sta soffrendo, e di giustificare il loro popolo che vuole davvero rimanere nell’Unione Europea.
“La famiglia, come chiesa domestica, è il luogo primo dove avviene la trasmissione della fede. E’ lì che spesso si scopre e si sviluppa la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Allo stesso tempo la famiglia può essere il luogo dove una nascente vocazione può essere soffocata, se non è adeguatamente accompagnata e sostenuta. Se si perde di vista l’idea che l’istituzione famigliare, è essenzialmente una comunità di fede per il benessere della coppia e dei loro figli, questo ha un effetto diretto sulla naturale armonia della vita familiare, e con essa sulla quantità e la qualità delle vocazioni”, ha affermato don Michel Remery, Vice Segretario Generale del CCEE, in apertura dei lavori ieri pomeriggio dell’Incontro Europeo Vocazioni in corso a Praga.
Nell’Anno della Vita Consacrata e alla vigilia del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, la Commissione per le vocazioni del CCEE, il Servizio Europeo per le Vocazioni (EVS), organizza l’annuale Congresso vocazionale europeo sul tema dell’accompagnamento dei giovani al sacerdozio e alla vita consacrata nel contesto culturale della famiglia oggi, con lo scopo di “creare le condizioni” perché la famiglia possa essere “un grembo fecondo di vocazioni,” afferma mons. Domenico dal Molin, direttore dell’Ufficio Vocazioni della Conferenza episcopale italiana e coordinatore della Commissione CCEE per le vocazioni (EVS)
“Le opere a volte parlano della fede, per cui sicuramente è importante farsi presente con un annuncio cristiano che passi attraverso una prossimità che si fa concreta, non è soltanto teorica ma che si sporca le mani andando incontro agli altri e mettendosi in gioco.