Una Settimana Santa a porte chiuse quella che abbiamo vissuto e che rimarrà sicuramente nella storia. Una Settimana Santa e una Pasqua che ha messo e mette a dura prova i credenti che seguono i vari riti da casa attraverso diversi mezzi di comunicazione. Quindi nessuna lavanda dei piedi, né processioni né veglie di Pasqua nelle Chiese. A celebrare sacerdoti e vescovi ma senza concorso di popolo.
Domani, Domenica delle Palme, inizia la Settimana di Passione, morte e Resurrezione di Gesù. Messe e funzioni religiose, compresa quella della domenica di Pasqua, saranno celebrate senza fedeli, che potranno seguirle solo in tv o sui social.
Ieri sera in tutto il mondo le immagini di Papa Francesco sul sagrato della basilica di San Pietro con la benedizione eucaristica data “Urbi et Orbi” per chiedere la fine di questa pandemia. E’ stato “un venerdì di misericordia” anche in Italia dove i vescovi, su invito della Conferenza Episcopale Italiana, si sono recati in un cimitero della propria diocesi per un momento di raccoglimento, veglia di preghiera e benedizione dei defunti.
E’ tornato a casa mercoledì il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, dopo un periodo di ricovero in ospedale a causa del Covid19.
Si susseguono, in queste ore, le iniziative a livello diocesano, parrocchiale ma anche dei movimenti e associazioni cattolici, per essere più vicini ai fedeli che in questi giorni – fino al 3 aprile - non potranno partecipare alle celebrazioni liturgiche.
Molto prima del coronavirus in Piemonte, in occasione di epidemie di peste, colera, influenza spagnola c’era un luogo dove si poteva pregare insieme e assistere alle celebrazioni liturgiche domenicali e…non solo. Si tratta di una piccola chiesa che si trova nelle Valli di Lanzo, sopra Ceres, dove nel 1575, per poter celebrare e partecipare alle liturgie nonostante la terribile epidemia di peste divampata quell’anno, si recavano i fedeli della zona.
Una Quaresima “insolita” questa che si è aperta mercoledì scorso a causa del coronavirus che ha causato molta preoccupazione e apprensione anche nelle comunità ecclesiali del nostro Paese.
I vescovi italiani da ieri sera stanno raggiungendo Bari dove è in corso, fino a domani, l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace” promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Per la conclusione nel capoluogo pugliese arriverà domani Papa Francesco.
La città di Bari e l’intera Puglia è in fermento in queste ore per preparare l’atteso arrivo di Papa Francesco, domenica prossima. Il Papa, infatti, concluderà l’Incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” che si aprirà il prossimo 19 febbraio.
“Insieme di principi, teorie, insegnamenti e direttive emanate dalla Chiesa cattolica in relazione ai problemi di natura sociale ed economica del mondo contemporaneo”. Così la Treccani definisce la Dottrina Sociale della Chiesa.
“Senza la dimensione della festa la speranza non troverebbe una casa dove abitare”. Così scriveva Giovanni Paolo II in Ecclesia in Europa. E la festa, soprattutto quella del Patrono, riesce a essere un momento di aggregazione per una intera comunità perché la festa fa parte dell’uomo.
In questa settimana i vescovi del Consiglio Permanente della Cei si sono ritrovati a Roma per i lavori della sessione invernale. Tra i tanti temi affrontati quello degli Orientamenti pastorali per il prossimo quinquennio.
La santità al centro della pastorale di molte diocesi. Sono tanti gli uomini e donne che anche in Italia hanno dato una forte testimonianza di fede e che oggi la Chiesa vuole far conoscere. In uesti giorni molte le diocesi che “gioiscono” per l’annuncio di alcune cause di beatificazione e canonizzazione avviate alla conclusione o appena aperte.
E’ da poco trascorso il Natale. Un Natale che nelle diocesi italiane ha visto l’attenzione verso i più bisognosi. In tante chiese, cattedrali, penitenziari, etc momenti di incontro, pranzi di Natale…Ma anche vicinanza a coloro che hanno perso il lavoro o che in questi giorni sono in attesa di una risposta alla crisi che vive l’azienda. “Non temete! Mi rivolgo a voi usando le stesse parole che l’angelo disse ai pastori di Betlemme.
Il 1 gennaio si celebra la Giornata Mondiale della Pace che quest’anno giunge alla 53ma edizione.
In questa settimana, in preparazione al Natale, i Vescovi delle Marche si sono ritrovati a Loreto e hanno aperto la loro assemblea con una meditazione in preparazione al Natale, affidata al vescovo emerito di Senigallia, Giuseppe Orlandoni che ha parlato della speranza, ha posto in luce alcune fragilità emergenti nell’attuale società in particolare per quanto riguarda la condizione giovanile.
E’ iniziata con il tradizionale discorso alla Città dell’arcivescovo la festa del Patrono di Milano, Sant’Ambrogio. Nella Basilica dedicata al Santo ieri sera, infatti, l’arcivescovo Mario Delpini ha rivolto il tradizionale discorso alla Città e alla diocesi davanti alle autorità, ai rappresentanti istituzionali e ai sindaci dei Comuni del territorio diocesano. “Io non sono ottimista, io sono fiducioso”, ha detto l’arcivescovo: “non mi esercito per una retorica di auspici velleitari e ingenui.
La storia delle diocesi in Italia è fatta anche dai settimanali e periodici che raccontano la vita delle chiese locali e dei loro territori. Si tratta di giornali che in questo tempo di crisi per l’intero settore dell’editoria vivono momenti difficili: ma pur nelle difficoltà rimangono “presidi di libertà” dando un contributo concreto alla vita delle proprie comunità.
In questi giorni l’Italia è stata colpita da un ondata di maltempo che ha causato, in gran parte del Paese, danni e alcuni morti.
Domenica prossima, 17 novembre, si celebrerà, su iniziativa di Papa Francesco, la terza Giornata Mondiale dei Poveri. Per l’occasione il papa ha scritto un messaggio sul tema “La speranza dei poveri non sarà mai delusa”.